La nostra nascita… in casa

 

Mia figlia è nata in casa, nella nostra camera, nel silenzio e nel tepore, avvolta dalla luce azzurra del nostro abat-jour… È sgusciata fuori dal mio corpo dopo 29 ore da quando avevo sentito la prima “vera” contrazione, quella che ci aveva fatto iniziare il viaggio del travaglio e che ci avrebbe portate al nostro primo incontro. È nata alla presenza del suo papà, e di 3 donne fantastiche che, prima di essere ostetriche, sono persone che sanno assistere ad una nascita, assistere stando con le mani dietro la schiena, come dice Lorenzo Braibanti nel suo libro. Queste persone, che per sempre avranno un posto speciale nel mio cuore, mi hanno accompagnata con una presenza discreta verso il giorno più importante della mia vita, e sono state presenti senza farsi sentire, tranne quando avevo bisogno di avere il loro supporto, di sentire le loro mani calde massaggiare la mia schiena, e di sapere che erano lì per me, lì con me.

Io e la mia bambina abbiamo attraversato la notte tra contrazioni, lamenti e sorrisi, sotto l’acqua della doccia, abbracciate dal papà, sostenute e massaggiate dalle ostetriche, accarezzate e cullate… e quando la mia bambina è riuscita, solo col mio aiuto, a venire al mondo, non ha fatto nessun verso… Dopo qualche secondo, una volta fuori, ha iniziato a buttare fuori un po’ di liquido dal nasino, senza piangere, senza scomporsi più di tanto. Una delle ostetriche l’ha presa e me l’ha passata, l’ho subito presa in braccio, ancora in ginocchio accanto al letto, ancora nude e attaccate col prezioso cordone, e ho sentito che era molto pesante! Ancora ansimavo per la fatica di quel grande sforzo, il più bello e il più grande della mia vita, il più intenso… ma quale ricompensa! Eravamo lì, in un attimo eterno, tutti in silenzio a celebrare la vita, la nascita… e lei era così bella, perfetta, con quelle sue mani così grandi! Mi hanno aiutata ad alzarmi, e ci siamo sdraiate nel letto, lì dove 8 mesi prima avevo detto al suo papà che sarebbe arrivata una creatura per farci diventare una famiglia… e anche il papà è arrivato per conoscere questa piccolina che aveva visto per primo che stava spuntando, che stava nascendo. Siamo stati così per non so quanto, un tempo infinito, in cui abbiamo respirato l’odore della nostra nuova famiglia, del nostro nuovo amore, sempre più grande, della nostra piccola, il nostro miracolo… Quando il cordone ha smesso di pulsare, ma molto dopo, forse un’ora, lo abbiamo tagliato, poi con qualche spinta (ma sempre tenendo in braccio la mia piccola) ho partorito la placenta, poi di nuovo nel letto. Le ostetriche hanno valutato che era il caso di darmi qualche punto per una piccola lacerazione, così mi hanno aiutata a fare una doccia mentre Vera era col papà, e poi mi hanno suturata. La mia piccola è stata lontana da me solo il tempo della mia doccia, poi ci siamo riunite… Il nostro allattamento ha avuto qualche problema a partire, ma le ostetriche hanno fatto di tutto per aiutarci, rimandandoci a qualcuno di più esperto quando hanno capito che non ci potevano essere più utili, e così è andato tutto bene…

Non ho subìto nessun intervento non necessario e poco piacevole, non c’è stata nessuna interferenza tra me e la mia bambina, cosa che spesso avviene in ospedale, anche quando non ci siano pericoli veri, quindi non posso che consigliare il parto in casa a chi porta avanti una gravidanza fisiologica e desidera provare la gioia di un vero parto naturale. I rischi? Quelli esistono sempre, noi siamo stati anche fortunati sicuramente, ma sentivamo di avere tutte le garanzie necessarie a stare tranquilli, e poi ci siamo fidati delle nostre sensazioni, sempre positive sia prima che durante la nascita. L’unica cosa che continuavo a pensare era che avrei fatto di tutto per dare a me e a mia figlia la nascita più bella possibile, e questo è stato. Grazie alle mie ostetriche, a mio marito e a mia figlia Vera!

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Dedicato ai papà

Voglio dedicare questo post ai papà… a quei papà che presto o tardi conoscono il desiderio di paternità, lo ascoltano, lo assecondano, e decidono così di iniziare un’avventura meravigliosa insieme alle loro compagne… A quei papà che vivono la gravidanza della propria compagna come un dono, come un momento speciale di crescita, di conoscenza sia della nuova vita che sta crescendo, sia di chi la sta portando in grembo, e non si fanno spaventare dai mille cambiamenti che avvengono nella coppia, ma che sono solo una preparazione per i cambiamenti ancora più grandi che avverranno dopo… A quei papà che studiano, si interrogano, leggono e ascoltano, mentre stanno per diventare padri, per riuscire a rimanere accanto alle loro compagne nel migliore dei modi, sia durante la gravidanza che durante il parto e poi dopo, una volta nato il bambino… A quei papà che si fidano delle loro compagne, dei loro desideri, del loro sentire, e che anzi a volte le incoraggiano a mettersi in contatto con la creatura che portano nella loro pancia, per darsi delle risposte alle 1000 domande che in questo periodo speciale si affacciano alla mente… A quei papà che fanno di tutto per poter realizzare le fantasie e i desideri della loro compagna riguardo alla nascita, desideri e scenari che a volte le donne si portano dietro fin da bambine, o che sorgono soltanto una volta che sentono di ospitare un bambino nel loro ventre… desideri che possono essere strani, particolari, controcorrente, ma che hanno di buono il fatto di essere dalla parte delle donne e anche dei papà… A quei papà che rimangono accanto alla madre del proprio figlio che sta nascendo, superando paure, timori e preoccupazioni, dandole sostegno e amore e convincendola così di essere in grado di dare alla luce la propria creatura, senza il bisogno dell’aiuto di altri o di interferenze… A quei papà che dopo la nascita ringraziano la propria compagna per l’evento incredibile a cui hanno assistito, la nascita del loro bambino, un miracolo che si ripete ogni giorno e che sarebbe molto più facile se lasciato in mano alle donne… A quei papà che stanno accanto alle loro donne, ora madri, sostenendole nei primi difficili momenti, nell’incontro col bambino, nei primi attimi di conoscenza, e che partecipano a questi momenti con amore e gioia… A quei papà che sono felici di vedere le loro compagne allattare al seno i propri bambini, consci che sia la cosa più bella e naturale per ogni coppia madre bambino, una fase della vita che ha un inizio e una fine e che può dare molto ad ogni membro della famiglia… A quei papà che fanno sentire belle le loro donne, anche se loro non ne sembrano convinte, quando si sentono invece stanche, vecchie e bruttissime, ma che gioiscono nel cuore a sentire l’amore del proprio compagno che ancora resiste al tempo e agli eventi di vita più faticosi… A quei papà che condividono il loro letto con i propri piccoli, e che non escono più a cena da soli con le loro compagne, senza aver paura che la loro vita “di coppia” subisca un arresto o un duro colpo… A quei papà che fanno il bagnetto ai loro cuccioli, e giocano con loro la sera, cantando 1000 volte la stessa canzoncina perché piace tanto ai loro piccoli, per recuperare il tempo in cui di giorno non sono stati presenti… e che lo fanno con gioia e col sorriso sulle labbra anche se cascano dal sonno… A quei papà che nonostante la fatica desiderano altri bambini, perché considerano un grande dono avere una grande famiglia, e la realizzazione di un sogno: una casa piena di amore e di tanti bambini…

Sì, non è facile trovare dei papà così. Io per fortuna l’ho trovato, è il mio preziosissimo compagno di vita, il papà della mia piccola Vera.

Grazie, papà, per amarci così tanto!


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La fascia è meglio del marsupio!

Non se ne vedono ancora molte in giro, purtroppo, ma spero davvero che nei prossimi anni ci sia il boom… Adesso le fasce si iniziano a vedere anche nei negozi che trattano articoli per neonati, quelli delle grandi catene intendo dire, e anche se la scelta è spesso molto limitata, diciamo che può essere un inizio… Io possiedo tre tipi diversi di fasce, e ho provato anche ad usare un marsupio quando mia figlia era piccola, e posso assicurarvi che il marsupio non può assolutamente reggere il confronto con qualsiasi fascia.

In questo primo articolo della categoria “Portare” voglio fare una specie di riassunto, che poi proverò a sviluppare meglio nei prossimi post… e la sintesi più stretta può essere questa: la fascia (che sia ad anelli, fascia lunga, mei tai e chi più ne ha più ne metta…) è molto più comoda del marsupio, sia per il bambino che per chi lo porta!

Per il bambino, c’è il vantaggio di essere veramente a contatto con la mamma o col papà, è come essere una cosa sola, ancora un po’ come se fosse nella pancia… e quindi si sente protetto e al sicuro, immerso nell’odore familiare del corpo del proprio genitore… mentre nel marsupio si trova “appeso” al corpo di chi lo porta, sensazione davvero diversa secondo me. Inoltre, il peso del bambino viene distribuito sulla fascia in modo da evitare che ci sia lo scaricamento del peso sulle parti intime del bambino, cosa molto pericolosa soprattutto per i maschietti. Infatti la fascia sostiene tutto il bambino, anche le braccia, le gambe, ogni sua parte viene “massaggiata” e sostenuta dalla fascia che è legata stretta intorno al corpo della mamma; al contrario nel marsupio la parte del bambino su cui appoggia tutto il corpo è la parte genitale, con tutti gli svantaggi immaginabili.

Per chi porta, voglio sottolineare l’aspetto forse apparentemente meno importante: il marsupio è proprio scomodo! Io l’ho provato quando mia figlia era piccola, di circa 1-2 mesi, quindi non arrivava a 6 chili… ma riuscivo a portarla veramente per poco tempo prima di sentire le spalle indolenzite, irrigidite e doloranti… per fortuna che il marsupio che avevo comprato (e che avevo pagato molto caro!) era il modello più nuovo, comodo e funzionale! Questo aspetto mi sembra fondamentale, perché se una mamma è particolarmente volenterosa di portare il proprio figlio a contatto nonostante la fatica, quando non ce la farà più, nessuno potrà biasimarla! Se conosce solo il marsupio, la sua esperienza di “portatrice” finirà nel giro di pochi mesi, mentre è importante dire che i bambini possono (e lo gradiscono molto!) essere portati anche fino ai 3 anni. Per come sono progettati, i marsupi possono sopportare (questo è il verbo giusto per i marsupi!) un certo peso dei bambini, ma secondo me tutti i genitori si stancano prima, e infatti è molto raro vedere un bambino di 6-7 mesi ancora nel marsupio… quando sarebbe ancora all’inizio della sua esperienza se i suoi genitori possedessero una fascia! È anche per questo che i marsupi non prevedono di poter portare i bimbi sulla schiena, o su un lato, ma al massimo davanti fronte strada. La massima versatilità delle fasce la dice lunga, e a seconda dello stadio di sviluppo e dell’età del bambino, ci sono più posizioni possibili e facilmente applicabili. La cosa che può spaventare è che sembra difficile usare una fascia, proprio per il motivo che si deve partire da zero, non è molto “strutturata”… ma anche questo è un vantaggio a mio parere! Il genitore deve mettersi in gioco, credere di potercela fare, e dopo che si prova per qualche volta si impara subito a legarla bene, senza più bisogno delle istruzioni e riuscendo anche a fare delle acrobazie che prima sarebbero sembrate solo numeri da circo! Credo che ci guadagni ogni genitore, sentendosi adeguato a rispondere ai bisogni del proprio piccolo, anche se all’inizio non sembrava così scontato!

Il marsupio si usa principalmente per uscire, proprio perché è così scomodo credo… ma la fascia si può usare anche in casa, per fare 1000 cose, come le pulizie, stirare, lavare i piatti, mangiare, lavorare al pc, e per qualsiasi altra cosa!

Ultimo lato positivo: per la mamma è davvero come avere ancora il piccolo nella pancia, e secondo me questo può guarire molte ferite, dovute alla sensazione di inadeguatezza che ogni mamma può provare all’inizio, o in caso di tristezza nel dopo parto… sentire il corpicino di tuo figlio che solo al contatto col tuo si calma, o si addormenta, e sapere che tu sei libera di fare ciò che vuoi con lui addosso, credo che sia un’ottima medicina per qualsiasi mamma!

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Evviva i pannolini lavabili!

Sì, esistono ancora! Forse non tutte le mamme lo sanno, ma ci sono ancora, anzi direi… di nuovo! E io credo che sia una delle cose che bisognerebbe regalare ad ogni mamma, quando sta per avere il proprio bambino. Perché? Prima di tutto, perché sono la salvezza dell’umanità, se non vogliamo ritrovarci a vivere su un pianeta sommerso da pannolini di plastica che ci mettono 500 anni a distruggersi. Secondo, perché si risparmiano dei bei soldi: si fa un investimento iniziale di circa 300-400 euro, per comprare tutto il necessario, ma poi non si spende più nulla! E ogni settimana non biogna ricordarsi di fare rifornimento di pannolini, cercare le offerte migliori, portare pacchi enormi su per le scale, e trovar loro lo spazio in casa… I miei pannolini lavabili stanno tutti in un cassetto! Inoltre, la pelle del vostro bambino ringrazierà di non dover stare a contatto con la plastica e con altre sostanze assolutamente nocive, quelle che garantiscono l’effetto “asciutto”… Pensate come stareste voi là sotto con della plastica per 24 ore al giorno, tutti i giorni della settimana, tutte le settimane, tutti i mesi, per 2 anni e oltre… Se va bene al bambino viene uno sfogo, se va male magari non gli viene nulla, ma in questo modo i genitori non sanno che stanno facendo del male al loro bambino! Infine, il bambino che usa pannolini lavabili dovrebbe riuscire più facilmente a collegare la sensazione del bagnato col fatto che ha fatto la pipì, e questo dovrebbe facilitare lo “spannolinamento”… Su questo punto non posso ancora dire la mia, ma vi farò sapere!

Insomma, secondo me tutti ci guadagnano ad usare i pannolini lavabili: i genitori, il bambino e l’ambiente. Se vi preoccupa il lavoro extra, non ce n’è motivo! Bisogna solo organizzarsi per avere due bidoni: uno per l’immondizia (cotone, salviette, …)  e uno per i pannolini sporchi. Il velo che raccoglie la pupù (venduto spesso con i pannolini) può essere tranquillamente sostituito da un asciugatutto biodegradabile (di quelli che si usano in cucina), così si può buttare nel wc insieme alla pupù (e si risparmia). Una volta che si sono accumulati un po’ di pannolini sporchi si mette tutto in lavatrice, a 60 gradi (senza ammorbidente, mi raccomando! Si può usare l’aceto bianco al suo posto), si stende (3 minuti netti) e poi si raccolgono i pannolini quando sono asciutti. Vi sembra molto lavoro? Io lo preferisco di gran lunga al fare la spesa con grossi pacchi di pannolini tutte le settimane! Certo per essere tranquilli e riuscire a “dare il giro” senza dover usare gli usa e getta, bisogna poter contare su 18-20 pannolini, di meno è inutile!

Ah, un’altra cosa: all’inizio per mia figlia usavo i pannolini usa e getta per la notte, credendo che fossero più assorbenti visto che non la cambiavo per tutta la notte… Ma spesso (3-4 volte a settimana) la trovavo col pigiama bagnato al mattino… Ho provato i lavabili anche di notte, mettendo uno strato assorbente in più, e non è mai più successo di trovarla bagnata… e sono passati circa 9 mesi! La sua pelle è sempre rosea e sana, il cambio è veloce come per gli usa e getta e io so di fare del bene all’ambiente!

Ultimamente sono sorte anche delle iniziative regionali, provinciali e comunali per diffondere l’uso dei pannolini lavabili, per esempio diffondendo dei set prova tra le famiglie che ne fanno richiesta… chiedete alla vostra regione e approfittatene!

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Il “corredino” del neonato

Quanti soldi si spendono in cose inutili, che non si useranno mai, quando si aspetta un bambino? Secondo me le cose veramente utili da avere già in casa prima del parto sono poche, per le altre si può aspettare e vedere se sono davvero necessarie, comprandole in seguito in caso di necessità.

Volete un elenco degli oggetti proprio indispensabili? Eccolo:

Per la mamma:

– tintura madre di calendula (utile anche per la pulizia dell’ombelico del neonato)

– 2 reggiseni di una taglia più grande della vostra (quelli morbidi tipo brassière o quelli da allattamento)

– due pacchi di assorbenti giganti! (consiglio gli usa e getta, in questo caso)

– se è inverno, qualche maglia aperta (con bottoni o zip) davanti per allattare senza prendere troppo freddo

– qualche pantalone comodo, tipo tuta

– un cuscino da allattamento, che può servire anche per il piccolo

Per il bebè:

– una fascia porta-bebè o un mei tai

– 3-4 body a manica corta

– qualche body senza manica se nasce in estate

– 6-8 bavaglini

– 6-7 tutine in ciniglia o in cotone o dei pagliaccetti a seconda della stagione

– l’ovetto per il trasporto in macchina

– set di pannolini lavabili (almeno 15)

– 1 pacco di pannolini usa e getta per le emergenze

– 2-3 copertine di cotone o lana a seconda della stagione

– 1 confezione di cotone idrofilo

– olio di mandorle dolci spremuto a freddo e non profumato

– olio essenziale di melaleuca (tea tree), utile al cambio del pannolino e in caso di candida (ho scoperto in seguito che è ottimo anche per le punture di zanzara!)

– un phon (per il cambio pannolino, i neonati adorano sentire il caldo sul pancino!)

– un fasciatoio o un luogo dove appoggiare il pupo per cambiarlo

L’elenco delle cose che “forse” vi serviranno, ma che potete aspettare a prendere, è questo:

– amido di riso per il bagnetto

– coppette assorbilatte lavabili

– conchiglie raccogli-latte

– lanolina per proteggere il seno irritato o con ragadi

– un termometro per il piccolo

– passeggino e/o carrozzina

– vaschetta per il bagnetto

– sdraietta

L’elenco delle cose che invece, secondo me, non sono necessarie, né subito né in seguito, è questo:

– marsupio tradizionale

– radioline per sentire il bambino quando è in un’altra stanza (se volete stare sempre a “portata d’orecchio”)

– ciucci, biberon e latte artificiale (se volete allattare)

– bilancia (se non volete avere ansie sul peso)

– prodotti cosmetici per il bagno (se volete usare prodotti naturali)

– box (se volete lasciare libero il bambino di esplorare l’ambiente e non rinchiuderlo in gabbia!)

Altre cose che secondo me possono essere utili sono alcuni libri: un manuale sull’allattamento e uno sul portare. Inoltre, se in gravidanza farete ascoltare una particolare musica al bambino nel pancione, una volta nato la riconoscerà e potrebbe essere utile averne una registrazione a portata di mano per calmarlo quando piange e non si sa come fare… di solito funziona molto bene!

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