Vasospasmo e sindrome di Raynaud in allattamento

A volte, capita che alcune mamme che allattano sperimentino un dolore particolare, non dovuto a ragadi, non dovuto a candida, ma dovuto ad un fenomeno “meccanico”. Cosa accade? Se il bambino, non attaccandosi correttamente, comprime il capezzolo contro il palato duro, il sangue all’interno del capezzolo stesso non fluisce bene, si blocca il flusso sanguigno. Quando il bambino molla la presa, staccandosi, il sangue ricomincia a rifluire, e la madre sente un forte dolore. Spesso il capezzolo, quando esce dalla bocca del bambino, ha la forma appuntita o schiacciata, come la punta di un rossetto nuovo. Il vasospasmo è una compressione dei vasi sanguigni del capezzolo: il capezzolo diventa bianco, o anche blu e poi rosso, la mamma sente fitte o dolore pulsante o bruciore, che possono perdurare anche per un’ora.

Un rimedio, oltre a quello di correggere l’attacco del bambino, o mentre si cerca di correggere l’attacco, può essere quello di applicare del calore subito dopo la poppata, in modo che l’afflusso del sangue possa essere favorito. E’ bene cercare di evitare il freddo, e a volte possono essere usati dei farmaci per agevolare la risoluzione di questo problema.

La sindrome di Raynaud può favorire l’insorgenza del vasospasmo. Questa sindrome colpisce prevalentemente le donne dai 15 ai 45 anni, ed è caratterizzata da un brusco restringimento intermittente delle arterie delle mani e dei piedi; le donne che ne sono soggette possono avere gli stessi sintomi anche ai capezzoli, in allattamento. Cosa accade durante un attacco? I muscoli delle pareti arteriose hanno degli spasmi e fanno restringere i vasi sanguigni, impedendo al sangue di affluire alle estremità (dita delle mani, dei piedi, il capezzolo): questo porta formicolìo, intorpidimento e bruciore. Il colore delle estremità diventa dapprima bianco, poi blu e poi rosso. Alcuni farmaci e la nicotina possono favorire questa reazione.

I rimedi sono sempre quelli validi per il vasospasmo, citati più sopra: evitare il freddo, applicare caldo subito dopo la poppata, e se queste accortezze non sortiscono l’effetto sperato, chiedere al medico se sia il caso di valutare il ricorso ai farmaci.

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