La storia di Elena e Orlando

È ora di raccontare il parto a chi è capace di ascoltare e capire cos’è stato……. DPP 13 ottobre, il 15 vado all’ospedale x tracciato e visita: dico alla Dott.ssa di turno “Non mi faccia scollamento delle membrane né niente del genere”, mi assicura che no, non farà niente senza chiedermi il consenso. E invece……… Violenza. Con le mani nel mio corpo, io inerme, dice che il collo è prontissimo, appianato quasi del tutto, centrale…… “Io scollo!” e mentre io dico “NONONO!!!” lei lo sta già facendo.

Questa è VIOLENZA. Ma come??! io faccio di tutto x avere una nascita rispettosa del mio bimbo, di me, mi attivo, preparo un piano del parto di 2 pagine, lo firmiamo io, il papà, lo faccio controfirmare da ginecologa e neonatologo dell’ospedale, rifiuto visite x non avere troppi “ravanamenti” là sotto, memore di come è nato sofferente il mio primo bimbo, da parto indotto, e tu, BRUTTA STRONZA, mentre sono inerme sul tuo fottuto lettino fai il diavolo che ti pare SU DI ME e sul MIO BAMBINO??????!!!!! Sono senza parole. Ho avuto una rabbia…… pianti inconsolabili x ore, quel giorno.

I primi doloretti iniziano verso il tardo pomeriggio. Dovevamo andare a casa degli amichetti a giocare, mio marito mi chiede se sono sicura di andare e sì, lo sono. I genitori degli amici dei nostri figli sono nostri carissimi amici perciò sì, ho voglia di stare con Sonia, incinta del quarto bimbo, che può capirmi (ed è pure avvocato…..magari lei là la denuncio!) …..e andiamo.

19.30 contrazioncina……. arriva il marito di Sonia, mi trova piegata sul tavolo della sua cucina e, cretino come sempre, mi dice “Elena, beh, mi accogli così??!” “Davide……sto iniziando il travaglio a casa tua, scemo!” ….insomma…..andiamo avanti così un’oretta……ma a cena non riesco a cenare, sto in punta di sedia, Nazza (il mio compagno) mi chiede “Devo chiamare mia mamma? Andiamo?” “…..No…..aspettiamo la prossima……” ma alla quinta contrazione che arriva, puntuale, dopo 7 minuti dalla precedente dico “Andiamo” perchè so che se x caso rompo le acque le cose vanno veloci. Partiamo! Scheggia……..Scheggia……. ci siamo!! Ci siamo?????? o è un falso allarme?!! Sono contrazioni provocate dalla manovra di quella tipa che con noi non c’entra niente, si fermeranno? O sono QUELLE? Quelle che ti porteranno a me, a noi?! Arriviamo in ospedale verso le 21.15, sono di 2-3 cm “Mi sa che stasera ci fai compagnia….” dice la ginecologa di turno , e io “…..In che senso?!……” (manco fosse il primo parto ) “non è un falso allarme? vuol dirmi che ci siamo??” ero incredula….. c’eravamo davvero, era ora di ballare. Da lì sono iniziate le ore più piene di rispetto che potessi desiderare: in attesa della sala parto con la vasca, ci hanno portati in un’altra sala: abbiamo messo le luci soffuse, le essenze, un cd di Chopin (coi brani che Nazza ci suona a casa, al piano).

Fin verso le 22.30-23 stiamo lì, a coccolarci, lui seduto su una poltrona, io davanti a lui che gestisco il dolore piegata in avanti appoggiandomi alle sue spalle, lui che mi massaggia il coccige…..che mi fa un male da un mese…. e tra una contrazione e l’altra ci baciamo, piangiamo, ci sorridiamo, ci dichiariamo il nostro amore, ci annusiamo il collo…….. tanto che lui dice “E’ quasi più bello che fare l’amore” …..ed è vero. E’ AMORE PURO. Poi andiamo, la vasca è pronta, vorrei che Scheggia “scheggiasse” in acqua, l’ho sperato x tutta la gravidanza. E a quel punto sorpresa! “Elena, è arrivata Miranda” Miranda, lei, l’ostetrica magica, quella con cui ho fatto il corso di voco analgesia, quella con cui è nato Zeno, il nostro secondo bimbo. Ha rinunciato alla sua serata libera , dopo il mio sms “Vado, ci siamo” , ha chiesto un cambio turno ed è venuta a farmi partorire. Un angelo. Entro in vasca…….sono ancora di 3-4 cm. Acqua calda……ahhhh…….meraviglia. Sempre a luci basse e con la musica di sottofondo , loro che mi scaldano la schiena con l’acqua calda, con pezze di stoffa imbevute d’acqua…. Le contrazioni rallentano un po’…….. Io e Nazza abbiamo ancora modo di scherzare…parliamo di Ettore e Zeno, ridiamo. Poi il dolore aumenta. “No, non mi toccare, amore” devo stare dentro me stessa. Chiudo gli occhi. Li riaprirò pochissime volte da lì a quando avrò negli occhi il mio bambino. Mezzanotte. Miranda mi chiede se può visitarmi. “Ummm…..di nuovo 4 cm, testina alta…credevo di più… ma va tutto bene….vorrei solo visitarti sotto contrazione, ok?” E mentre aspettiamo QUELLA contrazione scherziamo io, lei, Nazza…. Poi arriva. Così forte che Scheggia fa un tuffo in giù, le butta fuori la mano e rompe le acque, potente! Da lì DOLORE. Faccio fatica a respirare tra una e l’altra, vocalizzo, soffio, soffi caldi, ……ma in alcuni momenti sono così vicina all’acqua col viso che sento i miei soffi ritornarmi indietro “Oddio, annego….” ….occhi chiusi….. E nell’unico momento in cui lei dice “vado a bere” io grido alla studentessa “Devo spingereeeeee!!” …..”Aspetta, aspetta, respira….MIRANDAAAAA!!!!!” rientra di corsa “Ma cosa mi combini? ti ho visitata 5 minuti fa, non faccio in tempo a bere che tu….” mentre mi rivisita guarda la ginecologa, che è entrata richiamata, credo, dall’urlo della tirocinante, e le dice “allora, l’ho visitata 5 minuti fa, era di 4 cm, testa alta……ora…… Ora, Elena, vuoi sentire tu dov’è Scheggia ora?” mi mette la mia mano tra le mie gambe e il mio bimbo è lì. Sento i capelli ….la testolina morbida….. Dio, ci siamo. CO-M’ E’ POS-SI-BI-LE??!!! Spingo………….. e con un suono che mi sembra esca dalle caverne intono un “BoooooaaaaAAAAAA” come ho imparato al corso di vocalizzo. E sento affiorare la testa….. “Nazareno, vieni qui, c’è bisogno di te” dice lei a mio marito che , nervoso, cammina su e giù per la sala……lui, il mio amore, che ancora non ha metabolizzato la scena del suo primo bimbo nato blu, strappato alle nostre braccia e rianimato davanti a lui………. e io le dico “Lascialo…..ha paura.. lascialo libero” e spingo. Nazza però arriva. E vede uscire la testa. Poi io sento che non è fuori e dico, ringhiando e con un solo occhio aperto “E’ rientrata” Alla prossima spinta esce il testone. E mi dicono “spingi, Elena” “Non mi viene….posso aspettare la prossima?” “….ha un giro di cordone, se riesci spingi” E spingo. Poi fa tutto lui, Scheggia, di nome e di fatto: “Elena, dovresti vedere che numero sta facendo tuo figlio!” Mi racconteranno che siccome non riusciva a uscire di spalla destra, come era presentato, è tornato un po’ indietro, si è girato, ed è sgusciato fuori con la sinistra. Mezzanotte e 41. Io non sentivo più nulla, convinta fosse fuori mi sono tirata su, seduta, e mi son resa conto che avevo ancora le sue gambine dentro di me! Ho spinto piano piano e lui, pesciolino, è sgusciato fuori da me. Nell’acqua. A pancia in giù, col culetto che galleggiava. Miranda gliel’ha dolcemente spinto verso il basso, ha lasciato che lui “nuotasse” un po’ nella vasca e poi…………… Poi il primo respiro. In braccio alla mamma, voltato verso il papà. Io vedevo la sua schiena, bianca , bella……. Non un pianto. Non uno strappo. Occhi negli occhi col papà Manine che si muovevano. E così ce ne siamo stati abbracciati nella vasca ancora un po’, poi la prima ciucciata…….si è attaccato subito e bene, non era mai successo così in fretta una VERA poppata nei miei precedenti parti… Scheggia, sai già che la tu mamma ti avrebbe rotto le scatole con l’allattamento, vero?! Dopo un po’ mi sono alzata col mio bimbo in braccio, il cordone ancora ci legava, l’ho scavalcato, aiutata da papà e ostetriche, e siamo andati sul letto, ad aspettare la mamma placenta. Siamo stati così, legati uno all’altra, per un’ora e un quarto. Finchè la ginecologa non ha iniziato ad agitarsi…. Miranda cercava di rassicurarla “Lo sai, terzo figlio, 4 kg, l’utero si preserva da emorragie……tra poco ce la lascia, vedrai….” E mi fa capire che se non esce finirò in sala operatoria. “Ok, staccate il bimbo, fatemi l’ossitocina……dopo un parto così bello non ci penso neanche a farmi fare l’anestesia totale x togliere la placenta a mano!” E così Nazza taglia il cordone. E prende in braccio il nostro bimbo. Ossitocina….. “Miranda, massaggiami l’utero se devi, anche se ti toglierò la mano!” ….male, maleeeee…….. spingo di nuovo……. è l’ultima possibilità…… “esci, ti pregooooo!!!!” Esce!!!!!!! Scampata x un pelo. Me l’ero vista brutta. Ok, è fatta. Scheggia sta meravigliosamente. Non facciamo bagnetto, non lo facciamo aspirare, rifiutiamo collirio negli ochhietti (e il papà deve discutere con neonatologa di turno….) “Che nome mettiamo sul braccialetto?” …..non lo sappiamo ancora….. decideremo domani, ora sono stanca. E’ stato “Scheggia” per 9 mesi, può esserlo per un giorno in più. E così è andata così…… volevo un pizzicotto per esser sicura che fosse nato davvero. Quei 41 minuti tra mezzanotte e la nascita, tra i 4 cm e l’uscita sono stati di un’intensità pazzesca, il dolore era di quelli che mi ha fatta pensare, per la prima volta, “Stavolta non me lo dimentico”. E invece sono già qui che lo rifarei stasera. Scheggia ora ha un volto (bellissimo!!) e un nome, Orlando. Non risolverò mai il dubbio “Se non mi avesse fatto quella manovra sarebbe comunque nato quel giorno?” e questo mi disgusta………… ma cerco di relegare quella piccolezza di donna in un angolo recondito del mio cervello, lei non può rovinare il ricordo della nascita di Orlando. Ma non starò zitta. Benvenuto piccolo mio, benvenuto da mamma e papà…….i tuoi fratelli si danno il turno per tenerti in braccio e riempirti di baci….benvenuto in questo nido d’amore.

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