Sembra incredibile, ma ho controllato, non avevo ancora scritto alcun articolo generico sul parto in casa! E allora eccomi qui, dopo aver parlato e raccontato diverse volte la nascita delle mie due bambine, in casa, a trattare di questo argomento a cui tengo così tanto.
Ho conosciuto la possibilità del parto in casa tanti anni fa, prima di rimanere incinta, guardando un programma tv in cui venivano raccontate storie di parti, e mi era capitato di vedere una puntata in cui una mamma decideva di partorire in casa. Abituata ai film e alla nostra cultura e non avendo mai sentito della possibilità del parto in casa, a quel tempo mi era sembrata una cosa stranissima, ma la mia mente aveva registrato questa informazione. Ricordo come fosse ieri che la mamma aveva travagliato e partorito nel bagno, appoggiata al lavandino, e subito dopo il parto era stata ripresa nel suo letto, con accanto il suo bambino, mentre festeggiava con il marito e le ostetriche con un sorso di vino! Insomma, nonostante la stranezza, ricordo ancora adesso che mi era sembrata una cosa davvero interessante, che bello pensare di poter stare a casa propria, di stare nel proprio letto, con solo persone di fiducia, e di non perdere mai il contatto col proprio piccolo.
Ero già in qualche modo interessata al mondo della gravidanza, desideravo un bambino tutto mio, ma non ero ancora pronta. Questo desiderio mi aveva comunque permesso di avere le “antenne” sensibili a queste informazioni, evidentemente faceva parte del mio percorso.
Quando, qualche anno più tardi, sono rimasta incinta, da qualche parte è rispuntato fuori quel ricordo, e ho pensato “Perché no?”. Da lì è nato tutto, è iniziata una nuova parte della mia vita.
Ma perché alcune donne decidono di partorire in casa? A volte si tratta di una scelta istintiva, qualcosa che attrae come è successo nel mio caso, a volte sono esperienze negative con le strutture ospedaliere che fanno cercare altre alternative. Altre volte ancora, racconti sentiti o letti relativi a parti in casa affascinano la futura mamma che decide di informarsi meglio. In generale, possiamo dire che le donne che partoriscono in casa hanno maggiore fiducia nel proprio corpo, nei naturali processi del corpo e si sentono maggiormente autonome nel prendere decisioni, anche in altri ambiti della propria vita. Si tratta infatti di prendere decisioni e fare scelte controcorrente, che fanno paura alla società, che non sono conosciute nella maggioranza dei casi, e si viene spesso considerate delle “pazze incoscienti”. Ma gli studi dimostrano che nelle gravidanze a basso rischio, quelle selezionate per il parto in casa, il parto in casa e quello in ospedale sono altrettanto sicuri. Anzi, la scelta di partorire al proprio domicilio rappresenta un’opzione ancora più sicura, perché il rispetto dei tempi individuali della partoriente permette di evitare medicalizzazione inutile, e quindi se vogliamo è più facile che tutto fili liscio quando si rimane a casa. Ovviamente, se ci sono le condizioni di rispetto della fisiologia.
Abbiamo affrontato l’argomento della sicurezza in un articolo precedente, ma non è mai troppo ripetere i motivi per cui il parto in casa è sicuro: la continuità dell’assistenza alla donna, il rispetto dei tempi, la garanzia di intimità, sono tutti fattori fondamentali per la buona riuscita di un parto. L’assistenza garantita anche durante il puerperio, e non solo per due giorni (mediamente) come per i parti che avvengono in ospedale, garantisce anche un buon avvio dell’allattamento, esperienza cruciale per la donna, che determina anche il senso di benessere e di soddisfazione successivi al parto.
In Italia il parto in casa è un’eccezione, offerto dal Servizio Sanitario Nazionale solo in alcune città (Torino e Reggio Emilia), per il resto affidato alle ostetriche che lavorano in libera professione. E’ spesso anche difficile trovare una professionista che segua la donna che intende partorire in casa, non sono molto conosciute queste figure professionali (si pensa che le ostetriche lavorino solo in ospedale!) e non tutte sono disposte ad accompagnare le donne nel percorso verso il parto a domicilio.
In altri Paesi Europei, come i Paesi Bassi, la nascita in casa per le donne con gravidanza a basso rischio è la normalità, l’assistenza ginecologica specialistica è riservata solo alle donne che ne hanno necessità, mentre per tutte le altre è prevista la possibilità del parto in casa gratuito, come lo è negli ospedali. Non a caso, nei Paesi Bassi i tassi di cesarei ed epidurali sono tra i più contenuti dei paesi occidentali.
Per organizzare un parto in casa, il primo passo da fare è trovare la propria ostetrica. Per riuscire in questo primo fondamentale passo, è importante incontrare di persona le candidate, porre delle domande e soprattutto sentire come ci sentiamo davanti a questa professionista. Le nostre sensazioni sono davvero importanti nel compiere la scelta. Le domande che possiamo porre all’ostetrica che stiamo conoscendo sono molteplici, ad esempio che formazione ha, da quanto segue i parti in casa, se collabora con altre ostetriche, come segue le proprie donne, che strumenti utilizza durante il travaglio e il parto, come si comporta in caso di difficoltà in travaglio, se ha esperienza di rianimazione materno-infantile, che percentuali ha di trasferimenti in ospedale, compicanze importanti e cesarei, emorragie importanti…
In base alle vostre sensazioni e alle risposte a queste ed altre domande, potrete capire quale ostetrica potrebbe essere al vostro fianco durante il travaglio e il parto del vostro piccolo.
Per quanto riguarda la preparazione al parto, la vostra ostetrica vi dirà cosa servirà, fornendovi un elenco degli oggetti necessari o consigliati da tenere a disposizione. I costi sono variabili, molte persone lo considerano proibitivo ma io ci tengo a dire che sono soldi davvero spesi bene. Se si evitano visite inutili dal ginecologo, se si chiede di poter effettuare un pagamento rateale (molte ostetriche lo consentono volentieri!), se si chiede a parenti e amici di non fare regali che magari si rivelerebbero inutili, ma si chiede un contributo economico, i soldi si troveranno. E sono un investimento per il futuro, per la salute fisica e mentale di madre e bambino.
Se scegliete di partorire a casa inizierete un percorso, con la vostra ostetrica, che vi porterà ad affrontare la nascita del vostro bambino in modo totalmente diverso da come ve lo eravate aspettate, e da come la nostra cultura continua a presentarci nei film e nei racconti dei parti in ospedale: con voi e il vostro bambino al centro di tutto, seguiti assistiti e coccolati in modo speciale perché la vostra ostetrica vi conoscerà bene e seguirà solo voi, in quel momento. Credo che in un mondo ideale tutte le donne dovrebbero poter avere un parto così, e tutti i bambini dovrebbero avere la possibilità di venire al mondo in questo modo!
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Cara Lucia, seguo con interesse i tuoi articoli da più di due anni, e cioè da quando sono rimasta incinta della mia terza bimba: ora ho anche un 4° figlio,Tao, che ha 7 mesi.Devo dire che mi trovo d’accordo su molte cose.I miei ultimi due figli sono nati in casa col lotus e per me sono esperienze quasi indescivibili : la forza che ci è arrivata con queste nascite la puoi bene immaginare.Devo dire che questi parti molto belli sono il frutto di preparazione e ricerca mia e del mio compagno, e devo ringraziare persone come te e altre perchè ho potuto confrontarmi con la realtà del parto a casa.Voglio però sottolineare che non è indispensabile un’ostetrica:io ho partorito entrambe le volte senza nessuna assistenza!Questo so che non è per tutte ma è una possibilità:non penso proprio che sia indispensabile l’ostetrica, e poi ho conosciuto anche la figura della Doula: che ne pensi? vorrei che si parlasse anche di questo quando si affronta il tema di parto attivo e di presa di coscienza!un abbraccio.
Emma, scusa per il ritardo con cui ti rispondo! Che bella famiglia la tua! Hai ragione, non sempre è indispensabile avere un’ostetrica, e credo che sia importante farlo sapere, ma sicuramente è un valido aiuto. Io sono dell’opinione che se tutto va benissimo non c’è bisogno di nessuno, ma se sorge qualche piccolo problemino può far comodo… Poi naturalmente ogni mamma fa come si sente, basta conoscere le varie opzioni e scegliere con consapevolezza. La doula sicuramente può essere di aiuto, ma non può sicuramente “coprire” le eventuali situazioni problematiche che si possono risolvere senza problemi con l’aiuto di un’ostetrica. Visto che hai tirato fuori l’argomento, ci racconti come mai hai deciso per un parto non assistito? Grazie!