Le procedure assistenziali al neonato

Tempo fa in rete, sul sito www.lostetricainforma.it (sito in questo momento non esistente, anzi in vendita!), avevo letto un articolo proprio su questo argomento. Ho poi trovato recentemente sul forum di Parto Naturale la copia esatta di quanto era scritto su quel sito, e ho scoperto che non era più online, quindi ho deciso di riportare le informazioni che venivano date, riassunte e un po’ rielaborate da me. Potrebbe essere utile a qualche mamma!
Le procedure assistenziali sono delle manovre più o meno invasive che vengono effettuate sul neonato appena dopo la nascita, o nel periodo immediatamente successivo. Queste procedure, che possono senza problemi essere posticipate, se effettuate nei primi momenti di vita del bambino, possono disturbare l’inizio della relazione madre-bambino, in un momento che, per la presenza di ormoni specifici, non potrà mai tornare, non potrà ripetersi… quindi la domanda è: perché queste procedure, se proprio si vogliono effettuare, non possono essere posticipate?
Vediamo nel dettaglio.
Asciugatura del neonato. Il neonato appena uscito dall’utero potrebbe sentire freddo, perché esposto ad una temperatura più bassa. Viene quindi asciugato, ma visto che le mani che compiono questo atto sono le prime mani che lo toccano, ci si augura che l’operazione venga fatta con delicatezza e sensibilità.
Aspirazione oro-faringea. Dopo la nascita del bambino, vengono aspirati con un tubicino la saliva e l’eccesso di liquido dalla bocca. Il bambino in realtà sa benissimo liberarsi di queste secrezioni da solo, innanzitutto con la compressione toracica che avviene mentre passa nel canale del parto, e poi anche tramite starnuti e colpi di tosse. Si può aiutare il neonato ponendolo su un fianco. L’aspirazione ha anche dei rischi, come aritmie cardiache, laringospasmo e vasospasmo dell’arteria polmonare.
Taglio del cordone. Il neonato ha bisogno di un po’ di tempo per adattarsi alla nuova vita fuori dall’utero. Il rispetto della fisiologia del parto prevede che il taglio del cordone sia effettuato quando la placenta è già stata espulsa. È opportuno anche attendere che il cordone smetta di pulsare e che diventi bianco e sottile.
Contatto pelle a pelle. La mamma appena dopo il parto accoglie il suo bambino, solitamente lo prende in braccio e lo porta a sé, verso il suo corpo nudo. Il bambino viene così scaldato, nutrito e coccolato dalla pelle, dal corpo e dalla voce della madre. Fisiologicamente è ciò che il bambino si aspetta di ricevere: essere accolto, protetto, contenuto, (nutrito a livello sensoriale), così da rispettare la legge del continuum (delle aspettative genetiche). Se queste aspettative non trovano conferma per lui significa la morte, l’assenza, il vuoto.
Aspirazione gastrica. Dopo l’accoglienza, quando il bambino viene affidato all’ostetrica o all’infermiera, è usuale in molti ospedali, eseguire il sondaggio gastrico, cioè introdurre un sondino dal naso o dalla bocca del bambino che scende giù fino allo stomaco per aspirare il liquido amniotico contenuto nello stomaco e verificare la pervietà dell’esofago. Il liquido amniotico è molto prezioso per il bambino: contiene proteine, glucosio, creatina, elettroliti vari, sostanze coagulanti, ormoni, … quindi tutto ciò che serve al bambino per nutrirsi in attesa del colostro. Le evidenze dicono che questa manovra di aspirazione gastrica non trova giustificazioni razionali per essere eseguita di routine in sala parto, poiché il passaggio del sondino può produrre bradicardia o laringospasmo o alterazioni del comportamento pre-allattamento. È opportuno effettuare questa manovra solo in caso di sintomi come una certa difficoltà respiratoria con spiccata emissione di saliva dalla bocca, e difficoltà a deglutire il colostro con attacchi di tosse.
Pervietà delle coane. Con un sondino vengono esplorate le narici del bimbo per valutare se il canalino che porta l’aria dal naso fino alla faringe è libero, pervio. Fisiologicamente questa valutazione si fa durante la prima poppata al seno, poiché il bimbo è in grado di respirare solo con il naso mentre succhia. Se rimane attaccato al seno, vuol dire che riesce a respirare per il naso senza la necessità di introdurre aria dalla bocca durante la suzione.
Pervietà rettale. Si valuta con un sondino se l’ano è aperto. In realtà ciò si può verificare aspettando la prima emissione di meconio che deve avvenire entro le prime 24 ore di vita del bambino. Se ciò non avviene, si può intervenire.
Identificazione del neonato. Prima di lasciare la sala parto, al neonato viene messo un contrassegno di riconoscimento, di solito un braccialetto con i dati anagrafici. Se invece le mamme accolgono subito il bambino dopo il parto, sono in grado (grazie alle endorfine e all’adrenalina) di innamorarsi di lui e di imprimere il suo volto nella mente, e il braccialetto non ha senso. Se non esistessero più i nidi, e ogni bambino restasse sempre con la propria mamma, non ci sarebbe bisogno di alcun braccialetto!
Peso e misure. Queste misurazioni (peso, lunghezza e circonferenza cranica del neonato) possono essere effettuate entro qualche ora dalla nascita, non necessariamente appena dopo la nascita.
Profilassi congiuntivale. Al bambino, entro un’ora dal parto, viene messa una goccia di collirio o di pomata antibiotica negli occhi, per prevenire l’infezione da clamidia e da gonococco. Questa profilassi viene eseguita per legge. Non sono stati condotti studi clinici controllati per accertare se la procedura costituisca un mezzo di prevenzione della cecità più efficace dell’accurata osservazione del neonato seguita dal trattamento adeguato dell’eventuale congiuntivite. Ciò suggerisce che per le donne a rischio sarebbe più utile fare uno screening e trattamento delle malattie sessualmente trasmesse (infezione da gonococco, clamidia) nel terzo trimestre di gravidanza, prima dell’insorgenza del travaglio. C’è anche da dire che il neonato potrebbe venire disturbato dall’avere qualcosa negli occhi durante l’interazione con la madre nella prima ora di vita, periodo fondamentale per l’imprinting.
Somministrazione di vitamina k. Al bambino viene somministrata la vitamina k per via orale o intramuscolare per prevenire la malattia emorragica del neonato entro alcune ore dal parto. La vitamina K è importante per i meccanismi della coagulazione, essa viene normalmente fornita all’organismo dagli alimenti ed è prodotta dalla flora batterica intestinale. Fisiologicamente il neonato, attaccandosi al seno, viene a contatto con la cute materna (ricca di batteri buoni) e la precoce introduzione di cibo-colostro permette la colonizzazione dell’intestino. Infatti il colostro è particolarmente ricco di fattori “bifidogeni” che fanno così proliferare i bifidobatteri con lo sviluppo di un’abbondante flora batterica che producendo vitamina K impedirà l’insorgere della malattia emorragica. Il colostro sembra avere alti livelli di vitamina K per almeno 15 giorni. La somministrazione di vitamina K è giustificata qualora vi sia una deformazione della testa fetale dovuta a pressioni eccessive durante il parto, il bambino nasca in posizione posteriore (occipite sacrale), vi sia un travaglio – parto stressante, l’applicazione di ventosa o forcipe il bambino venga rianimato, la madre o il bambino vengono trattati con antibiotici o altri farmaci. Non è necessaria qualora vi sia un travaglio – parto fisiologico e la testa fetale non abbia subito pressioni eccessive.
Bagnetto. È consuetudine fare il bagnetto ai bambini appena nati. In realtà non ne hanno alcun bisogno, a meno che non abbiano un odore fastidioso, cosa che a volte può verificarsi. Se viene rispettata l’intimità della coppia madre-bambino, il neonato, che nasce sterile, verrà colonizzato dai “batteri di famiglia”, quelli del corpo della madre, e non avrà bisogno di altro. Una buona colonizzazione della cute e delle mucose del neonato costituisce un importante fattore protettivo verso le infezioni gastroenteriche, respiratorie, genito-urinarie e cutanee. Questo è un altro motivo per cui il neonato dovrebbe restare con la madre ed essere maneggiato solo da lei e da persone di famiglia.
Medicazione del cordone. La mummificazione del cordone è un processo fisiologico che non necessita di alcun intervento particolare. Il cordone va tenuto pulito e asciutto soprattutto alla base (con acqua fisiologica e garze sterili), non si deve detergere con alcool (che ne ritarda la caduta), con soluzioni iodate (lo iodio può venir assorbito per via cutanea), né con prodotti a base di argento nitrato (che aumenta il rischio di formazione di granuloma). Quando cade il cordone, si deve continuare a tenere pulito e asciutto l’ombelico, non necessita mettere acqua ossigenata.

Le procedure assistenziali di routine possono essere eseguite dopo le prime due ore, quando i livelli di adrenalina fetale sono di nuovo bassi e il bonding è avvenuto.
È bene ricordare che il ruolo decisionale dei genitori rimane insostituibile ed insormontabile. Nessun atto sanitario può legittimamente essere imposto se non in particolarissimi casi previsti dalla legge.
È legittimo chiedere un consenso informato per tutte le procedure da effettuare sul bambino.

Detto ciò, aggiungo che le mie bambine nate in casa non hanno subìto quasi nessuna di queste manovre… Vera appena nata mi è stata data in braccio e poi siamo rimaste per le 2 ore successive a conoscerci sotto una coperta, pelle a pelle, col papà… Poi è stato tagliato il cordone, che in seguito è stato medicato da noi… Poi è stata pesata e misurata mentre io facevo una doccia. Il bagnetto lo abbiamo fatto dopo qualche giorno, io e il papà… Maia è nata in acqua e quindi il primo bagnetto lo ha fatto subito, ma con me! E’ stata con me sempre, da quando l’ho presa appena uscita, e nessuno l’ha spostata dalle mie braccia o disturbata con aspirazioni o cose simili per l’ora successiva in cui siamo state nella piscinetta a conoscerci, poi l’ho data in braccio al papà per una doccia veloce e poi di nuovo con me… Il cordone non è stato tagliato perché abbiamo scelto il Lotus birth. Insomma, per fortuna nessuno ha disturbato quell’importante e delicato momento!

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15 comments on “Le procedure assistenziali al neonato
  1. Laura ha detto:

    Purtroppo la nascita in ospedale è ancora davvero troppo militare, dico io… Fanno le cose in modo talmente meccanico che sembra abbiano tra le mani dei pupazzi non dei cuccioli che fino a un secondo prima conoscevano solo il calore della mamma… Mio marito non ha voluto nemmeno valutare il parto in casa mentre a me sarebbe piaciuto poter avere un’esperienza come quella di Lucia… In ogni caso, sono daccordo con tutto tranne che x il braccialetto… Penso al caso in cui ci fosse una qualsiasi emergenza per cui il bambino DEVE essere separato dalla mamma… Vero che c’è l’innamoramento e tutto il resto ma non so che gioco fanno gli ormoni della mamma se c’è un pericolo grave in corso… Meglio essere sicuri, in fondo il braccialetto non è niente di così dannoso e non ha conseguenze nè fisiche nè psicologiche…

    • s ha detto:

      certo perchè non partorire in casa come nel 19esimo secolo….cosi se c’è una urgenza li portate in obitorio direttamente…

      • Lucia ha detto:

        Trovo il tuo commento poco illuminante… per fortuna il parto in casa esiste anche al giorno d’oggi, per chi è in salute e se la sente… Non è per tutte le donne, e per le emergenze, quelle che si possono risolvere, ci sono tutte le garanzie per risolverle o anticiparle. D’altronde, purtroppo, anche in ospedale ci sono decessi e altre complicazioni.

        • s ha detto:

          cioè tu mi stai dicendo che per il parto in casa si portano appresso defribbilatori aspiratori con sondino tracheale bombole di ossigeno apparecchi per la trasfusione MEDICI SPECIALISTI,neonatologo ma sei seria?Ma tu lo sai che le cliniche private non hanno in sala tutta l’apparecchiatura per i parti e che hanno un pronto soccorso ginecologico di riferimento?Per cortesia basta con queste stupidaggini.Il mio commento non lo trovi illuminate perchè probabilmente vivi a casa con le candele…adesso lucia cucuzza ci viene a dire che in ospedale muoio più bambini che nel 19 secolo con i parti in casa.

          • Lucia ha detto:

            Non mi pare di aver detto quello che hai scritto, quindi no. Ma se non conosci come funziona il parto in casa, i protocolli (quelli di adesso, non quelli del 19° secolo), e come lavorano e valutano le ostetriche, ti invito a informarti. Come ho detto il parto in casa non è per tutte, e le donne che non si sentono sicure a fare questa scelta ovviamente non la faranno, ma è giusto che esista la possibilità per chi invece vuole fare questo percorso. Le tue parole sono insulti, e mi spiace che al giorno d’oggi ci siano ancora di questi commenti… Ma pazienza, il mondo è bello anche perché è vario no?

          • s ha detto:

            Tu sei un insulto alla scienza,fatti in casa tutti i parti che vuoi cosi quando c’è un piccolo problema serio corri in ospendale e quel tempo della strada farà morire i tuoi figli cosi invece di comprare un vestito per il battesimo gli compri una bella bara per il funerale tanto il colore è sempre lo stesso

          • Lucia ha detto:

            Questa è l’ultima risposta che ti darò, visto che non sembra possibile portare avanti una conversazione civile. Non commento quello che hai scritto, che non ha bisogno di commenti, ma spero che tu possa parlare con qualcuno di tutta questa rabbia che ti porti dentro, penso che potrebbe aiutarti. Buona vita

          • s ha detto:

            Mi fa piacere vedere che oltre a una esperta in parti(immagino le quantità di lauree) sei anche una psicologa.Visto che ci siamo cerca di indagare sul tuo egoismo,visto che pur di andare dietro a chissà quali voglie metti a repentaglio la vita di una persona che invece dovresti proteggere…saluti capra

  2. Lucia ha detto:

    Cara Laura, sul fatto che tuo marito non abbia neanche voluto valutare il parto in casa ci sarebbe tutto un altro capitolo da esplorare! 🙂 Comunque direi che sono d’accordo con te, il braccialetto è proprio il male minore!

  3. elisa morgante ha detto:

    Trovo il parto in casa un passo indietro.Ci possono essere tutti i protocolli di sicurezza ma le statistiche non mentono https://www.lastampa.it/mamme/2017/01/23/news/parto-in-casa-i-medici-dicono-no-1.34673453.Vedo che lei è psicologa non credo sia la persona adatta a dare pareri medici si astenga per il bene di tutti.Il parto in ospedale è una sicurezza per madre e soprattutto nascituro.C’è molto egoismo e protagonismo nella scelta del parto in casa

    • Lucia ha detto:

      Buongiorno Elisa, lei è medico? Il parto in casa è offerto anche da alcune strutture sanitarie come l’ospedale S.Anna di Torino, che mette a disposizione delle ostetriche per le donne che intendono seguire il percorso del parto in casa. Se fosse così pericoloso non si farebbe, ma sempre più mamme conoscono questa opzione e decidono di farlo. Se le interessa l’argomento, le lascio questo link:
      http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/lei_lui/ginecologia/2019/08/08/il-parto-in-casa-e-sicuro-se-la-gravidanza-e-a-basso-rischio_ef638fd6-fdae-49ee-8266-31df24da8c1b.html

      • elisa morgante ha detto:

        No ma guarda caso sono una statista e 500mila casi è un dato statistico irrilevante fa quasi ridere.Il fatto stesso che il protocollo dice”struttura ospedaliera facilmente raggiungile” fa ridere.Egoismo alla stato puro.In tempi passati i poveri sognano di far nascere i propri figli in strutture sicure e oggi,per egoismo e protagonismo partoriamo in casa.Ridocolo…SOno sicura che lei è anche contro i vaccini

        • Lucia ha detto:

          Libera di credere quello che vuoi!
          Buona serata!

        • Giorgio72 ha detto:

          Complimenti alla nostra statista! In effetti avremmo un gran bisogno di veri statisti (e non di pseudo-statistici) in questi tempi…
          Prima di parlare di ricerca scientifica forse è meglio tornare alla scuola primaria a ripassare l’italiano, per riuscire a mettere insieme un paio di frasi con un significato comprensibile, evitando di coprirsi di ridicolo.

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