Verso la 35a settimana di gravidanza, tutte le donne sono invitate a fare il tampone per la ricerca dello streptococco B, tampone vaginale e ultimamente anche rettale. Se risultasse positivo, si può dire addio al parto in casa (quando il parto in casa viene seguito da ostetriche di strutture pubbliche) e in ospedale, al momento del parto, viene fatta alla mamma una flebo di antibiotico… Se dopo il tampone positivo (è sufficiente che sia positivo uno solo dei 2) si fa una cura e il tampone si negativizza, a nessuno importa, perché si continua a considerare quello positivo. Se la donna rifiuta di sottoporsi al tampone, si agice considerandola comunque positiva. L’unico modo per sfuggire al trattamento, nel caso il secondo tampone fosse negativo, e quindi il trattamento del tutto inutile, è quello di nascondere il primo referto e presentare solo il secondo!
La cosa che nessuno dice mai è che l’infezione si può riconoscere bene, e non avviene unicamente nel canale del parto ma una buona parte di infezioni vengono prese dalle mani di chi presta le prime cure nonatali. Insomma, ci possono essere anche tamponi negativi e poi il bambino sviluppa comunque l’infezione.
Per negativizzare il tampone, ci sono alcuni rimedi naturali come i semi di pompelmo e l’aglio, che funzionano molto bene.
Dopo questa presentazione degli aspetti pratici, voglio condividere con voi alcune riflessioni tratte dal libro “La gioia del parto” di Ina May Gaskin.
1 – lo streptococco B è spesso presente nei batteri che normalmente si trovano in vagina (circa 1 donna su 5). C’è molta differenza tra l’avere lo str.B e il venire infettati
2 – la presenza dello str.B non causa alcun sintomo nella donna; occasionalmente ci sono infezioni del tratto urinario e della placenta che portano a rottura prematura delle membrane e travaglio prematuro
3 -una percentuale di donne che va dal 15 al 20% delle donne che hanno str.B in vagina darà alla luce bambini colonizzati dal batterio. Ma il 90% di questi bambini NON si ammalerà. Quando però si sviluppa l’infezione, si tratta di un’infezione seria e fatale nel 10% dei casi. Solo 2 bambini su 1000 si ammala.
4 – ci sono delle situazioni associate a un rischio di infezione nel bambino superiore alla norma: peso basso alla nascita o parto prematuro; rottura delle membrane più di 18 ore prima del parto; travagli lunghi con molti esami vaginali; induzioni, ventosa, forcipe, monitor fetali interni; bambini con battito stranamente veloce in travaglio; madri con febbre in travaglio; madri con clonizzazione da str.B troppo elevate nelle colture vaginali; bambini che devono essere rianimati alla nascita.
Riassumendo: di tutte le donne con lo str.B, solo il 15-20% avrà bambini colonizzati dal batterio, di questi solo il 10% si ammalerà, e di questo 10% solo il 10% si ammalerà gravemente.
Dopo questi dati, ogni mamma sarà più libera di decidere se fare l’esame, e se accettare o rifiutare la terapia antibiotica nel caso che, andando in ospedale, dovesse presentare il risultato positivo del tampone.
interesante,ma nn hai precisato che i bambini infeti,alla nascita potrebbero morire,soffrire di meningite…..insomma,io incinta di 35 settimane consiglierei a tt le donne di fare questo tampone retto-vaginale,per la sigurezza del loro pupetto….E SENZA NASCONDERE IL VERO RISULTATO.CIAO
Però nessuno dice che in 5 settimane (da 35 alla dpp) un risultato positivo si può negativizzare, e uno negativo positivizzare! A che serve farlo a 35 settimane? Non ha più senso, se proprio si vuole fare, farlo più a ridosso del parto? Con le giuste informazioni, ogni donna deciderà per sé!
Le % che da Ina May Gaskin sono del tutto false. C’è una mortalità neonatale molto più alta così come la possibilità che il bambino si infetti. Io dico che a rifiutare un tampone o un antibiotico in questo caso bisogna essere pazzi. Capisco la naturalità, il non medicalizzare e tutto, ma gli estremismi sono sbagliati e fanno danni di cui poi ci si può pentire. Quindi viva il non utilizzo di antibiotici quando non servono ma quando servono usateli, perché la vita dei figli va tutelata. L’avessero detto a me che serviva l’antibiotico avrei risparmiato a mio figlio una lotta con la morte, nella quale ha vinto lui per pura fortuna e grazie a una neonatologa che anziché aspettare l’esito degli esami su di lui lo ha bombardato di antibiotici sia ad ampio spettro che specifici da subito.
Sara, posso chiederti dove posso trovare le percentuali che dici tu? Il libro della Gaskin ha già qualche anno e i suoi dati si riferiscono alla popolazione americana, ma non credo che si discostino molto dalle nostre attuali percentuali… Mi dispiace, come ti ho già detto, che la tua esperienza ti abbia segnato così tanto, deve essere terribile, non oso immaginare come ti devi essere sentita in quei giorni… Se non sbaglio per il tuo bambino si è trattato di un errore, quindi immagino che pensando che il tampone fosse negativo, non abbiano prestato attenzione ai possibili segnali di questa infezione. Nel libro della Gaskin si dice che l’infezione è riconoscibile, io non sono medico e quindi non posso dire se sia vero o meno, ma credo che osservando il neonato si possano cogliere i sintomi. Sono d’accordo con te, quando servono gli antibiotici è bene usarli, quando non servono no.
scusa leggo solo ora. le percentuali a cui faccio riferimento io sono quelle di cui mi hanno parlato in neonatologia al Miulli di Acquaviva, che è una UTIN famosa in tutto il sud italia e quindi non penso dicano fesserie. La cosa importante non è dire secondo me 2 percento 5 percento o 20 percento….la cosa importante da dire è che per chi lo prende, come mio figlio, sono cavoli molto molto ma molto amari. Certo che osservando il neonato cogli i sintomi, mattia è nato alle 21.25 (senza antibiotico in travaglio) e all’1:05 era già con l’ossigeno in neonatologia…..fosse nato in casa, detto chiaro e tondo e con tutto che io sono a favore del parto in casa, sarebbe morto. Io apprezzo Ina May Gaskin per l’approccio al parto, condivido tante cose che dice, e non solo…come ho gia detto non appartengo a quella categoria di persone che dice “in casa fateci i tortellini, no i figli”, anzi….sono molto a favore della nascita in casa. MA non sono a favore degli estremismi. ficcarsi l’aglio la sotto per “negativizzare” un tampone o addirrittura “nascondere” un referto significa unicamente BARARE al SOLITARIO. capisci da te che non è un consiglio saggio, soprattutto se viene dato ad altre donne. lo streptococco è pericoloso. una puo fare tutto quello che vuole (aglio, cipolle, carote, riti wodoo o danze della pioggia) fino a una settimana prima del tampone. MA, se poi fa il tampone e se c’e a livello vaginale serve l’antibiotico per tutelare i figli. punto. perche va bene il parto naturale, va bene il parto in casa, va bene essere contrari ai farmaci ma non si puo rischiare sulla pelle di un’altra persona, non esiste. anche se sta famigerata percentuale fosse l’1%. tu non puoi sapere a priori se tuo figlio è quell’1% e siccome la pelle non è tua ma sua hai il sacrosanto dovere di proteggerlo. non si scherza con ste cose. mio figlio è stato letteralmente bombardato di antibiotici da subito, prima ancora che venissero effettuati i tamponi specifici su di lui e nonostante questo a 48 ore dalla nascita aveva addosso 8 persone a rianimarlo, le stesse persone che mi han detto quando l’hanno dimesso “signora vada ad accendere un cero in chiesa perche lei ha un debito con qualcuno lassù”. medici. che dicono una cosa del genere. non so se mi spiego.
cioè quello che voglio dire io e che ci tengo passi come messaggio è: non fate l’errore di pensare che se lo prende e i sintomi vengono individuati subito, anche a pochissime ore dalla nascita, il bambino si cura e si salva. perchè non è cosi. dipende dove attacca, come e tante altre cose. ci sono bambini che muoiono purtroppo, perche anche se individuato precocissimamente, puo essere molto aggressivo. un antibiotico sicuramente è una terapia “forte”, e mai, mai, mai abusare di questi farmaci. ma nemmeno demonizzarli. state attente quando iniziano l’asilo piuttosto, a non bombardarli di antibiotici inutili, quello si. ma in gravidanza FATE il tampone (e ripeto, per i 7 gg precedenti lasciate il mondo come sta….farlo sapendo che si è fatto di tutto e di piu per negativizzarlo non ha senso! io anche ora che sono incinta nelle settimane precedenti ho tentato di tenere “pulito” con clorexidina, tea tree, semi di pompelmo etc, ma 10 gg prima del tampone stoppo tutto) e se è positivo non fate cavolate, perche il prezzo che si paga è alto donne. Io ci son stata un mese nell’UTIN e ho visto madri (non per lo streptococco, lo dico per correttezza, mattia era l’unico con quel problema) piangere i figli. donne in lacrime straziate dal dolore piegate su una culletta con dentro un bambino senza respiro…..se ciò accade nonostante tutto non si puo far nulla, ma se si puo evitare…..se solo c’e una possibilità di evitarlo….non si rifiuta per delle ideologie. non è giusto nei confronti di sti bambini che dipendono dalle nostre decisioni.
Allora Sara, i tuoi lunghi commenti in cui ti infervori ci fanno senz’altro capire il tuo punto di vista, ed è comprensibile, hai vissut un’esperienza terribile, come abbiamo già detto. Non dovrebbe mai capitare a nessun bambino, e mi dispiace tanto. Voglio precisare però che la cura con l’aglio non viene fatta per “mascherare” il risultato, per farlo sembrare negativo quando è positivo, ci mancherebbe, se una fa il tampone è per avere il risultato esatto, se no tanto vale non farlo no?
Però una cosa che non capisco è che senso abbia fare il tampone a 35 settimane quando lo streptococco può arrivare anche dopo, infatti conosco donne che avevano tampone negativo e che hanno avuto bimbi con streptococco…
Posso chiederti dove possiamo leggere dei bambini a cui viene diagnosticato precocemente l’infezione e che non si salvano? Grazie, io non so dove trovare queste informazioni…
cosa intendi per diagnosticato precocemente? che non viene fatta la profilassi in travaglio e viene poi “controllato” il bambino? se intendi questo ti basta dare un colpo di telefono agli ospedali che hanno neonatologie abbastanza grosse (chiama l’utin di acquaviva per esempio, il primario si chiama Esposito e puo darti tutte le % che vai cercando) e ti renderai conto che le cose stanno esattamente cosi: se anche si interviene immediatamente dopo la nascita (che poi mi chiedo…chissà che senso ha, visto che cmq intervenire significa somministrare antibiotici, gli stessi che una rifiuta in travaglio boh) non è detto che il bambino ne esca cmq vivo. forse si, forse no. tra le due possibilità lo si “protegge” di piu con la profilassi in travaglio.
per quanto riguarda l’aglio ho letto su vari forum, che peraltro credo che tu ben conosca, che questa pratica viene usata proprio per “mascherare” l’esito, soprattutto quando si desidera partorire a casa, tant’è che le donne se lo mettono fino a 2-3 gg prima del prelievo, e quindi torno al punto uno: barare al solitario.
per quanto riguarda invece i miei lunghi commenti mi scuso, suggerisco di mettere un max di caratteri digitabili, e preciso che io non mi infervoro, dico semplicemente quello che penso e cerco di far passare a chi legge un messaggio chiaro e preciso con la consapevolezza che poi ognuno fa come gli pare, e guai se non fosse cosi. certo è che quando sento banalizzare sto discorso mi sento di mettere in guardia le donne che leggono e che magari stanno cercando informazioni in merito.
Sulla tempistica il tampone andrebbe fatto a 36-37 in effetti, l’anticipare di troppo non ha senso per i motivi che dici tu. Io personalmente, ma appunto è un discorso personale, penso che una volta avuto esito negativo una opzione possa essere quella di “proteggere” un po la zona con cose tipo il tea tree o la clorexidina…però chiaro che certezze non te ne danno. l’ideale sarebbe appunto farlo il piu possibile sotto parto.
Non metterò un massimo di caratteri digitabili perché questa cosa la odio, a me piace scrivere tanto e quindi non lo farò, anche perché rischierei d perdere tante cose interessanti 😉 Con diagnosticato precocemente intendo appena dopo la nascita… Comunque grazie, è uscita una discussione interessante, cercherò degli approfondimenti…
appena dopo la nascita allora confermo quello che ho scritto sopra. del resto mio figlio è la prova vivente di quello che dico, nato 21.25, ricoverato 4 ore dopo circa, prima somministrazione di antibiotico dopo circa 6-7 ore dalla nascita e il resto lo sai (in pericolo di vita serio è stato circa 4-5 giorni di cui il culmine nella notte tra il 4 e il 5, ovvero a 48 ore circa dalla nascita nonostante gli interventi precoci)
Certo che poi sei tu la mamma di uno di quei pochissimi bambini che si ammala gravemente e ti sei rifiutata di fare il tampone non so come dovresti sentirti dopo!!! io capisco l’eccessiva medicalizzazione quando è inutile ma se serve anche solo a salvare la vita di un bimbo ben venga! Io al secondo parto avevo il tampone positivo e non ci ho neppure pensato a falsare il risultato o prendere dell’aglio…ma dico io stiamo prlando seriamente o a vanvera!!!!! c’è in gioco la vita di tuo figlio!!!!!!
Ripeto ancora qui una cosa che forse non è chiara, non si parla di falsare i risultati, ma di cercare di eliminare lo streptococco… Se le mie ostetriche mi hanno consigliato di fare una cura e di interrompere tot giorni prima (per essere sincera non ricordo quanti erano questi giorni, ma meno di 10 sicuro) significa che il risultato non sarebbe stato falsato, se no non avrebbero neanche chiesto il tampone… E l’aglio è un’utente antibiotico naturale. Comunque in alcuni ospedali e in altri Paesi, come forse la Germania, nemmeno fanno fare il tampone, quindi forse ci sono altri modi per evitare che i bambini si ammalano, come controllarli alla nascita, senza dare antibiotici di routine a tutti i bambini.
io abito in Germania e sono al secondo parto (il primo l’ho fatto in Italia)-
Alla prima gravidanza ero positiva allo streptococco, anche se senza sintomi, e la ginecologa mi ha scritto a caratteri cubitali e colorato con l’evidenziatore giallo sulla cartella clinica della gravidanza che andavo trattata con antibiotico.
Quando ne ho parlato con la ginecologa tedesca, a distanza di anni, mi ha detto che è meglio rifare il trattamento con antibiotico, a scatola chiusa, anche a questo parto.
..e io (che alla mia prima figlia non ho mai dato medicine in quasi 5 anni! per mia fortuna- insomma non sono certo una patita delle medicine..) seguirò le sue indicazioni.
mi trovo d’accordo con tutto quello che ha scritto Sara.
ci sono donne, e tu lucia lo sai benissimo perche frequentiamo gli stessi posti virtuali, che mettono l’aglio fino a tre gg prima del tampone! se questo non è tentare di falsare un risultato dimmelo tu cos’è! o che hanno tamponi positivi e rifiutano l’antibiotico in travaglio (o magari han programmato il parto in casa, non trovano il medico che glielo va a a fare, perche l’ostetrica non puo, e pur di non andare in ospedale non fanno proprio un bel niente e si affidano alla buona sorte, o non hai mai letto nemmeno storie di questo genere????) ! per quanto riguarda la tua ultima affermazione sul controllare alla nascita e intervenire solo in presenza di sintomi mi pare evidente che tu non abbia capito che anche in quei casi potrebbe essere tardi! cioè intervieni perche c’e il sintomo e il bambino muore lostesso! percentuale bassa? certo. ma intanto c’e! e una che puo’ evitarlo o ridurre il rischio con un antibiotico in travaglio non lo fa per “non medicalizzare”??? ma per piacere! concordo in pieno con Federica, abbasso la medicalizzazione eccessiva, ma per quanto mi riguarda abbasso pure gli estremismi che sono SEMPRE dannosi. e poi io comunque torno a dire: un conto è quello che una fa sulla propria pelle, e io in questo caso alzo le mani e dico “affari tuoi e di tuo figlio/a” e un conto è quando si danno consigli ad altre donne e/o si fa informazione. allora è diverso. e torno al punto 1) gli estremismi, tutti (medicalizzazione eccessiva compresa) sono dannosi.
Sara,
scusa una domanda…..visto che dai della pazza a Lucia…
ma tu sei pro o contro i vaccini?
No,perchè qui il discorso è lo stesso….
Vaccino tutti con i rischi che ne conseguono o curo l’eventuale e RARA malattia?
Qual’è il rischio maggiore? Che il bimbo riporti danni per un antibiotico dato nelle primissime ore di vita (anzi,prima) o che il bimbo contragga la malattia?
Se hai dati statistici (studi) con le percentuali di danni da streptococco e da antibiotico rendici partecipi così possiamo verificare se in effetti è un azzardo non fare l’antibiotico o se l’azzardo è proprio farlo a priori!!!
Comunque comprendo la tua posizione,visto che ci sei passata in modo diretto ma sono convinta che qualche mamma con figli che hanno subito i danni dell’antibiotico o dei vaccini darebbe della pazza a chi li fa! 😉
ah…tra l’altro il tampone può risultare negativo e poi avere un neonato con infezione…..allora per logica l’antibiotico dovrebbero farlo tutte indipendentemente dal tampone…
Ciao a tutte, leggo spesso questo blog ma stavolta sento il bisogno di lasciare la mia testimonianza visto che si parla di qualcosa che ho vissuto sulla mia pelle.
I toni di Lucia sono sempre pacati e non l’ho mai vista “consigliare” alle altre mamme un comportamento piuttosto che un altro. Propone semplicemente degli spunti di riflessione su argomenti che spesso noi accettiamo in modo acritico così come ci vengono trasmessi dall’alto.
Una mamma come Sara, che ha visto il proprio bambino in pericolo di vita, ha ovviamente un vissuto che la condiziona, e posso anche un po’ capire la sua aggressività sul tema, anche se non sappiamo bene come sono andate le cose e se sono entrati in gioco altri fattori nel pericolo corso dal suo bambino.
A me è capitato qualcosa di diverso col mio primo figlio, spero che la mia testimonianza possa servire ad arricchire il confronto.
Avevo tampone negativo, tutto regolare.
Ebbi un lungo travaglio in acqua, poi un’amniorexi (lasciamo perdere il resto che non c’entra con lo streptococco) ed infine un cesareo d’emergenza a dilatazione completa.
Al bambino fu effettuato un tampone alla nascita, risultato positivo allo streptococco, al che mi fu comunicato il risultato e mi fu proposta la terapia antibiotica preventiva, dicendomi che sebbene le possibilità che l’avvenuta colonizzazione portasse ad una malattia fossero basse, loro ritenevano preferibile la condotta prudenziale; l’alternativa di cui mi parlarono era di tenere sotto stretta osservazione il bambino, sinceramente io mi spaventai, non avevo idea di nulla, ero uno straccio per il cesareo (complicato), ecc…, e feci fare questo antibiotico.
Alle mie domande in proposito, i medici risposero che non è affatto raro che da madre negativa esca un neonato positivo, al che, nonostante i fumi della morfina, mi chiesi a che fosse servito dunque quell’esame a termine gravidanza. Mi dissero anche che per questo motivo loro preferivano fare anche il tampone al neonato, mentre in molti ospedali non è previsto, e che comunque anche senza questo accertamento parlerebbero i sintomi precoci.
Quindi, i passaggi su cui riflettere sono almeno due.
Innanzitutto mi domando: ma se con tampone materno negativo non ho sicurezzza di avere un neonato negativo, che lo faccio a fare? Se immagino che sia possibile positivizzarsi in quelle 2 settimane tra tampone e parto, e voglio accostare allo zero il rischio di una colonizzazione neonatale, dovrei allora ipotizzare la somministrazione di antibiotico a TUTTE le donne in travaglio, a prescindere dalla negatività o positività al tampone vagino-rettale.
Secondo passaggio: e se invece mio figlio avesse preso l’infezione dalle mani degli operatori, dall’ambiente? Allora bisognerebbe fare il tampone a tutti neonati, senza considerazione per l’eventuale negatività al tampone materno, foss’anche fatto solo poche ore prima del parto…
Infine, non meno importante: ma perchè in molti paesi (paesi del mondo “ricco” eh, non parlo del terzo mondo) il tampone non viene effettuato? Sarebbe interessante confrontare le statistiche di infezioni neonatali e i loro esiti…
Per la mia esperienza, il tampone vaginale non ha protetto mio figlio dal rischio di ammalarsi, quindi l’importanza che ora posso dare a questo esame si è molto relativizzata.
Alla seconda gravidanza l’ho comunque fatto, era positivo.
Non hanno fatto in tempo, in ospedale (un altro), a farmi le due somministrazioni di antibiotico in travaglio, quindi la mia bambina era esposta. Non le è stato fatto nessun tampone (lo chiesi pure), mi dissero che andava solo osservata. Tutto ok, nessuna infezione.
Ecco, scusate la lunga mail, queste sono le mie esperienze in base alle quali mi faccio la mia personale idea della questione, senza per questo sentenziare nulla in modo categorico.
Dovremmo tutte essere consapevoli della non assolutezza del nostro punto di vista, non credete?
Grazie Lucia per condurre sempre la discussione in modo così garbato.
Mio cognato è ginecologo. Quando gli ho chiesto dell’antibiotico (avevo tampone positivo), mi ha risposto che int ravaglio si fa, ma che non ci sono reiscontri che sia veraemnte utile, in pratica lo si fa per poter dire alle donne che si è tentato tutto e “pararsi” da denunce varie. Tanto più che come si diceva sopra in molti paesi (civilizzati eh, non parlo delle tribù amazzoniche) non si fa nemmeno il tampone. Detto questo io l’antibiotico in travaglio l’ho fatto e non lo ritenevo questa tragedia, ma che sia servito…nessuno lo sa. Sara sei stata sfortunata, ma nessuno ti assicura che se tu avessi fatto l’antibiotico tuo figlio non si sarebbe preso lo streptococco.
Quindi secondo me può essere benissimo una scelta. Io conosco due eprsone col bambino che ha preso lo steptococco e entrambe avevano il tampone negativo.
silvia vi ho gia dato sopra riferimenti se volete approfondire, per quanto mi riguarda la discussione finisce qui.
il discorso vaccini non centra assolutamente nulla e non ho nessuna intenzione di buttarmi in questa discussione che francamente non ho nè voglia nè tempo di seguire.
serena come al solito ogni medico dice la propria, a me risultano, dette da medici, informazioni diverse rispetto a quelle che ti ha fornito tuo cognato. certo è che potendo tornare indietro io farei la profilassi in travaglio.
arrivederci a tutte.
ps io non ho dato della pazza a nessuno, e non mi piace che mi si mettano in bocca parole che non ho detto. giudico gli estremismi dannosi, e questo lo ribadisco senza alcun problema
Parole tue… (le leggi più sopra)
” Io dico che a rifiutare un tampone o un antibiotico in questo caso bisogna essere pazzi.”
Mi spiace che tu non abbia ne tempo ne voglia di approfondire e che ritenga il discorso chiuso..mi avrebbe fatto piacere leggere i documenti a cui fai riferimento.
lo ribadisco, PER ME è da pazzi. e visto che lucia io non ho idea di che scelte abbia fatto per sè stessa e per i suoi figli in questo senso perche non la conosco e non ne ha mai fatto menzione non vedo sta deduzione per cui io avrei detto Lucia=pazza da dove la tiri fuori.
Per quanto riguarda il resto ti reinvito a leggere sopra. Parla con chi ne vede ogni giorno, ti ho messo nome e cognome, anzichè andare a cercare i dati su google, se davvero avete tutte quante sta sete di informazione. Io vi ripeto: a nove mesi di gravidanza francamente ho di meglio da fare che star qui a parlare di aria fritta. il mio messaggio per chi legge (visto che trattasi di una pagina accessibile a chi cerca informazioni) l’ho messo, e non ho altro da aggiungere. voi avete detto la vostra come è giusto che sia e bon. poi per fortuna ogni persona ha una capacità di giudizio, e quindi il problema non sussiste (che tradotto vuol dire che ognuno fa come gli pare e ci mancherebbe altro). saluti.
Io intervengo con poche parole…niente di troppo incisivo…per dire che anche secondo me il tampone è del tutto inutile, soprattutto se fatto (come si fa) settimane prima della presunta data del parto.
E’ anche inutile, dal mio punto di vista, soprattutto perchè, così come ha testimoniato Bea, il bambino può prendersi lo streptococco anche in caso di tampone negativo e non necessariamente dalla madre.
La mia esperienza….il mio tampone era positivo, ok, il che potrebbe coincidere con il fatto che mia figlia si è presa lo streptococco….però….sì, perchè c’è un però….lo streptococco è “pericoloso” in caso di parto naturale, in quanto lo si passa al bambino quando questo passa dal “canale del parto”….mia figlia però è nata con cesareo e il canale del parto non l’ha visto nemmeno con il binocolo (ero appena a 3 cm di dilatazione)…quindi lo streptococco se l’è preso dall’ambiente ospedaliero, e non da me….a lei è stato rilevato con le analisi neonatali che fanno di prassi all’ospedale dove è nata…ha fatto l’antibiotico e tutto a posto…
Vabbè Sara, a parte il tono scocciatissimo con cui ti esprimi (e grazie per aver sprecato i tuoi preziosi minuti per mettere in guardia le malcapitate gravide che hanno la sventura di finire a leggere qua), davvero fastidioso, ma a me sembra che a parte la tua personale esperienza che vale come la mia, come quella di Carlotta e come quella di chiunque altra, e a parte la frase “lo ha detto il dottore” tu non abbia altri argomenti per contribuire alla discussione prendendo in considerazione ANCHE quello che dicono gli altri.
Abbiamo argomentato con dovizia di particolari i nostri dubbi (dubbi eh, non certezze granitiche come le tue) e a me sembra che tu non abbia neppure letto. Sai, non siamo delle fancazziste, anche io ho due figli e lavoro, sto usando la mia pausa pomeridiana di 15 minuti per scrivere questo post e per arrovellarmi a capire come mai tu giudichi strano che qualcuna non si accontenti di una prescrizione ma si faccia delle domande.
Dici che la tua missione di dissuadere le donne da certi insani propositi (che Lucia incoraggerebbe secondo te) è compiuta con il tuo post così perentorio e che non hai voglia nè tempo di discutere, ma sai, quelle donne che leggendoti si sono spaventate e smetteranno di farsi domande sono le stesse che avrebbero ubbidito ciecamente al SS. Protocollo… quindi non salvi nessuna così… mentre se tu motivassi con qualche dato o riflessione la tua opposizione ostinata ai nostri interventi magari convinceresti anche me 😉
Io non ho nessuna missione, al contrario di voi paladine del naturale ad ogni costo. Mi fate veramente sorridere. Lucia se fosse possibile in qualche modo non ricevere più l’avviso via mail (che io avevo selezionato) delle risposte te ne sarei grata, dal cellulare non riesco a selezionare la funzione. Ti ringrazio.
Mi dispiace Sara ma non riesco a disattivare l’avviso automatico dei commenti, credo che debba farlo tu… Ma soprattutto mi dispiace che non si possa avere un confronto sereno… In bocca al lupo per il tuo parto
Ok, Lucia, era interessante l’argomento da te proposto, torniamo a parlare di tampone? 🙂
Pensavo una cosa, data anche l’esperienza col mio primo figlio e quella riportatami da altre madri (tampone negativo e figlio positivo): una donna che avesse tanta tanta paura dell’eventuale infezione da streptococco (insomma, poi alla fine ognuna ha i propri punti deboli in quanto a paure, anche se non è frequente ci può stare no?) a maggior ragione NON dovrebbe farsi il tampone, così da risultare positiva ed essere sicuramente sottoposta alla profilassi antibiotica intra partum; eh sì, perchè se facesse il tampone e questo fosse negativo, di certo non gliela farebbero, manco se lei lo chiedesse, eppure lei potrebbe temere di averlo preso nelle settimane o nei giorni successivi all’accertamento, come appunto non di rado accade.
Se io NON avessi fatto il tampone alla prima gravidanza, mi avrebbero considerata positiva e mi avrebbero proposto l’antibiotico in travaglio, io l’avrei accettato (oh, sì, 11 anni fa lo avrei accettato eccome) e mio figlio non si sarebbe preso lo streptococco.
Non se lo sarebbe preso… uhm… o sì? E già, il dubbio che non se lo sia affatto preso da me ma dall’ambiente resta alto…
Un modo un po’ diverso di vedere la questione, giusto come spunto di riflessione…
Altra cosa: ma insomma, non ho mica capito bene, l’aglio debella lo streptococco o lo maschera? In questo secondo caso, in base a quale “trucco” chimico? Mi pare strano…
O forse lo tramortisce soltanto? 😀
Non fa nulla, grazie lostesso. Sinceramente Lucia penso basti rileggere qui sopra per capire chi non usa toni sereni facendo del sarcasmo che francamente credo faccia ridere solo l’autrice stessa, ma torno a dire: in ogni caso mi sembra sterile proseguire. Tanto voi non cambiate idea, io non cambio idea, e quello che c’era da dire ce lo siamo detto credo. Al contrario di qualcuno io non ho intenzione di “salvare” nessuno perché di Salvatore credo ce ne sia solo uno ed e’ morto già da un po’, ho detto come la penso, credo di aver argomentato in maniera più che sufficiente e non credo, sempre al contrario di qualcuno, di dover catechizzare nessuna. Credo che chi cerca informazioni e magari si troverà a leggere questi commenti sia “pro” che “contro” tampone, antibiotico etc abbia a sto punto sufficiente carne al fuoco per farsi un’idea propria e tirare le proprie conclusioni, in un senso o nell’altro, non credo onestamente siano necessari ulteriori “gallinai”, perché proseguendo mi pare evidente si arriverebbe unicamente a questo e io ho già detto che non ne ho ne’ il tempo ne’ la voglia. Ti ringrazio per gli auguri.
Ps : il giorno che io dirò “e’ così xche l’ha detto il dottore”, senza farmi domande e soprattutto considerando quanta fiducia ho io nella categoria (diciamo da zero indietro, anche meno, e chi mi conosce lo sa molto bene, tant’è che sto sotto i fulmini di più di una persona perché non ho un ginecologo che “mi segue” e nemmeno un’ostetrica) sarà il giorno in cui sarà il caso di rinchiudermi in qualche casa di riposo, perché significherà che non ho una demenza senile galoppante, peggio 😉 ciao ragazze :))))
Mi spiace che si sia letto sarcasmo nel mio ultimo post, i miei dubbi e le mie riflessioni erano assolutamente sinceri e non rivolti a Sara (che credevo non più interessata alla discussione).
Se qualcuno volesse avere la pazienza di leggerne il contenuto, anzichè fermarsi a giudicarne la forma, e volesse dirmi che ne pensa, sarei contenta di discuterne.
Davvero, che il tampone non abbia protetto mio figlio dallo streptococco mi pare evidente, per questo motivo mi domando cosa potrei fare IO, ipotetica madre incinta, se volessi assicurarmi un’efficace protezione in tal senso.
Infatti parlo del penultimo, quello rivolto a me. Ma non ha importanza, per me la discussione e’ chiusa davvero. Buona serata
Allora Bea, quello che so io è che l’aglio,essendo un potente antibiotico naturale, elimina lo streptococco. Magari non sempre funziona, ma se fa qualcosa è eliminarlo, non mascherarlo (non so come potrebbe fare ecco…). Per le domande che ti poni non so risponderti, non so quale potrebbe essere la scelta più giusta per una mamma che teme molto questo streptococco, visto che fare un tampone a 35 settimane non sembra proteggere del tutto, come ci racconti della tua esperienza. Forse la cosa più sensata sarebbe fare il tampone una volta che si entra in travaglio, ma credo che non sia fattibile… Qualche giorno fa ho trovato in rete, in un forum, queste affermazioni, ma sarebbero da verificare, comunque io le ho trovate interessanti e te le copio…
“loro mi spiegarono che è dato statistico che chi non ce l’ha a 36 sett non ce l’ha nemmeno a termine, perchè la colonizzzazione è lenta e “Cronica” (non mi viene un altro termine) e che comunque se lo strepto diventa positivo dopo la 36 non è in grado di aggredire un bimbo sano nato a termine.
La mia ostetrica sosteneva addirittura l’inutilità della flebo in caso di strepto positivo (io, infatti, non l’ho fatta nonostante la positività) in quanto se si ha tavaglio veloce non serve e si assimilano farmaci per niente, perchè lo strepto è pericoloso solo in caso di bimbi nati pretermine o di scarso peso.
Questa cosa è stata confermata anche dal mio ginecologo che mi ha detto essere la flebo una routine h pressochè inutile se il bimbo è a termine, ma utile in questo periodo di querela facili.
Unico caso in cui la profilassi antibiotica è consigliata è in caso di rottura delle acque senza contrazioni e tampone positivo.
con il liquido amniotico pieno di zuccheri e proteine lo streptococco va a nozze e colonizza velocemente.”
Detto ciò, credo che chi teme lo streptococco dovrebbe pretendere che il figlio venga osservato attentamente nelle ore dopo la nascita, visto che l’infezione sembra dare sintomi precisi…
Grazie Lucia 🙂 , chiarissimo.
Mi pare di capire che non son l’unica ad avere dubbi, meno male…
Vi porto la mia esperienza. Preciso che io sono per gravidanza, parto e cure naturali. Aggiungerei “il più’ possibile naturali” perché, come è inutile negare, in certi casi è palese che un intervento medico/farmacologico è necessario.
A me è stato diagnosticato lo streptococco alla 38esima settimana. Il mio ginecologo non ha ritenuto opportuno farmi eseguire l’esame troppo presto. Mi è stato indicato che avrei avuto l’antibiotico durante il parto.
La cosa non mi faceva piacere, così mi sono informata presso il team di specialisti che mi ha seguita al corso preparto, tutti assolutamente a favore del naturale.
Così, in seguito al consulto con l’omeopata, ho fatto una cura lampo x debellare lo streptococco e, al termine, ho rifatto il tampone (3gg prima della rottura delle acque). Purtroppo la cura non aveva fatto effetto cosí ho dovuto accettare la terapia antibiotica al momento del travaglio. La mia ostetrica di fiducia (una “talebana” del parto naturale!) Mi ha assolutamente fatto capire la necessità di prendere l’antibiotico. È vero che la casistica è bassa, ma è pur sempre presente, e, quando si verifica, è gravissima. Quindi, io vi dico che esiste una cura omeopatica che, se lo streptococco viene individuato per tempo (prima di quando è stato diagnosticato), puo’ far guarire. Ma se non vi passa, l’antibiotico va preso.
Questo è il mio pensiero. Curo anche mia figlia con l’omeopatia, ma sono gli stessi omeopati che riconoscono i limiti della stessa (quelli seri!). Quindi, se posso, provo con le cure naturali, ma poi mi affido ai medici e ai farmaci. Mi sento più’ sicura cosi’.
giulietta inutile dirti che per me hai fatto piu che bene e che considero il comportamento degli operatori che ti hanno consigliata molto corretto. il fatto che una “talebana” del parto naturale ti abbia invitato a riflettere sulle conseguenze che ci sarebbero potute essere (remote? puo essere, intanto ci sono…..) lo ritengo un atteggiamento rispettoso (per non dire dovuto) verso la creatura che stava per nascere, perchè ha saputo mettere le ideologie da parte. io anche sono a favore del naturale, l’ho detto piu volte, e infatti tra le altre cose sono felicissima che domani ci sia sciopero perche se dio vuole tanti bambini nasceranno come dio comanda nella maniera piu indisturbata possibile….vorrei che scioperassero 365 gg l’anno 🙂 Per quanto riguarda me ho ritirato il tampone fatto alla 35 + 5 ed è negativo, sia quello vaginale che quello rettale, e ovviamente per l’esperienza che ho avuto questo per me è un motivo piu che sufficiente per stappare una bottiglia di prosecco. oggi sono a 36 +2 e mi si pone il problema di come tenere pulito tutto fino al parto. avevo pensato di fare ogni 2-3 gg una lavanda con la clorexidina (tipo Neoxene) o qualcosa di piu light tipo semi di pompelmo e tea tree, però non so….questa cura omeopatica che dici tu ha anche una funzione preventiva o solo curativa? io onestamente penso (ma chiaramente posso sbagliarmi) che se vado avanti due settimane è già molto, non credo proprio di arrivare alla dpp a marzo….
Sapete dirmi questa cura ai semi di pompelmo o tea tree in cosa consiste?
Grazie a tutte voi per queste condivisioni preziose!!!
Sara non ti so dire se la cura che ho tentato io possa essere preventiva. Potresti rivolgerti ad un bravo omeopata, anche direttamente in farmacia, e verificare. Pero’ se il tuo tampone è negativo non ti preoccupare!
Io ho partorito il 17 marzo scorso. Ero convinta di non arrivare a termine, ma il 16 marzo, data esatta della mia dpp, ho rotto le acque!
Auguroni e buon parto!
Ci ho già provato x i rimedi per facilitare dilatazione etc (apermus, caulophillum etc) ma qui dove vivo io è un po’ arabo 😉 io vorrei tanto nascesse la dpp, perché è Santa Francesca, e lei si chiamerà appunto Francesca, come mia nonna che non c’è più. Vedremo 🙂 grazie cara 🙂
carissime
leggo solo ora tutti questi scambi sullo strepto B e la prevenzione con antibiotici. Mi colpisce come non c’è alcun accenno a perchè sarebbe opportuno evitare l’esposizione agli antibiotici alla nascita. Alla nascita il bambino, che nel grembo della madre era sterile, entra in contatto con il mondo dei microrganismi e crea la sua flora batterica (il microbioma, come si chiama ora), che poi sarà molto difficile cambiare nella vita e che costituisce l’80 per cento delle difese immunitarie. I primi batteri che colonizzano il territorio sono i signori del territorio e non si lasciano scacciare tanto facilmente. Idealmente questi batteri dovrebbero essere il microbioma (intatto) della madre. Questo microbioma con cui viviamo in simbiosi influenza persino la nostra personalità! Ecco perchè l’esposizione agli antibiotici alla nascita ha un impatto molto forte sulla salute, impatto che non è ancora stato studiato come si dovrebbe. Il microbioma della madre è fortemente alterato, il bambino nasce pieno di antibiotici. In mancanza di dati, sarebbe meglio essere cauti. Sono molti d’altronde gli interventi ostetrici che vengono effettuati senza un’adeguata documentazione scientifica, il primo tra tutti è la somministrazione di ossitocina sintetica. Ma torniamo agli strepto B, le statistiche che conosco io assomigliano a quelle di cui parla lucia, a cui vanno i miei complimenti per la gestione della discussione e la qualità delle informazioni. Tenuto conto che sia l’allicina (il principio attivo dell’aglio) sia la clorexidina al 2% uccidono gli strepto B tanto quanto l’antibiotico ma possono essere somministrate in modo topico e non sistemico (senza raggiungere il bambino quindi e senza modificare la flora batterica non vaginale), tenuto conto che esistono studi scientifici seri che dimostrano l’efficacia della clorexidina spruzzata in vagina durante il travaglio, questo trattamento dovrebbe essere lo standard in caso si scelga una misura profilattica. Il trattamento con l’aglio elimina anche lo strepto B, ma è un metodo empirico avvallato solo da uno studio in vitro sull’efficacia dell’allicina. Cionondimeno empiricamente si è rivelato efficace.
Per quel che riguarda la rottura delle acque, la prassi medica d’elezione per evitare infezioni (qualsiasi infezione, non solo lo strepto B) al bambino è evitare la visite vaginali, soprattutto quelle prima dell’inizio conclamato del travaglio,invece di somministrare antibiotici.
Tutto quello che ho detto l’ho appresso direttamente da Michel Odent, il quale non è paladino di nulla, contrariamente a ciò che molto suppongono, ma soltanto scienziato e medico ineccepibile, molto attento ai dettagli, favorevole all’intervento medico quando serve, molto consapevole dell’importanza del primo periodo della vita (vedi http://www.wombecology.com).
Da chimica farmaceutica vi posso invece segnalare che l’ambiente ospedaliero pullula di batteri super-resistenti, recalcitranti alla terapia antibiotica, che noi stessi esseri umani abbiamo selezionato grazie all’indiscriminato utilizzo di antisettici e antibiotici. Da trent’anni l’Oms mette in guardia da questo pericolo e raccomanda un uso più oculato degli antibiotici, in particolare evitando gli ampio spettro. Le raccomandazioni sono state e vengono ancora ignorate, e la situazione si sta facendo sempre più seria e pericolosa. Ora che possiamo rapidamente valutare che almeno un bambino su tre, e probabilmente almeno due su tre, nasce esposto agli antibiotici (da un lato lo strepto b, dall’altro il cesareo) è urgente fare studi attendibili sull’impatto di questa pratica.
Secondo la mia esperienza spesso vengono diagnosticate infezioni da strepto b senza fare l’antibiogramma e si somministrano solo antibiotici a largo spettro. Nei casi di cui si parla, è stata confermata l’infezione dovuta a strepto b? In quali condizioni è avvenuto il parto? Cosa è successo a partire dal momento il cui il bambino è nato? Sono particolari molto importanti per comprendere come mai un bambino sano, di peso nella media, nato a termine e senza complicazioni si ammali immediatamente alla nascita in modo grave. Forse si sottovaluta un primo contatto indisturbato di almeno un’ora….o forse la pericolosità dell’ambiente ospedaliero con i suoi ceppi batterici superresistenti…sono solo supposizioni. Comunque se qualcuno avesse trovato accesso a statistiche attuali e attendibili che dimostrino un’incidenza maggiore di quella di cui parla lucia, sono molto interessata a poterne prendere visione.
Devo confessare che nel mio libro “Accanto alla madre” parlo della profilassi con l’aglio, e che ne parlo con ogni donna che mi pone domande in merito. Inoltre parlo anche della clorexidina e ho i riferimenti agli studi scientifici che ne dimostrano l’efficacia con somministrazione topica.
Vi ringrazio moltissimo dell’attenzione
Clara Scropetta
Nell’attesa che mi arrivi il suo libro, potrei sapere nel dettaglio com’è questa profilassi dell’aglio? per quanto tempo e in che modo? si può fare anche a scopo preventivo o solo curativo?
Grazie mille!!!!
Quale libro Martina? Comunque la profilassi con l’aglio si fa mettendo uno spicchio di aglio in vagina, spicchio a cui devi legare un filo per poi tirarlo fuori come fosse un assorbente interno, per 6-7 giorni tutte le notti prima di fare il tampone. È anche preventivo ma meglio farlo due settimane prima così sospendi la cura una settimana prima del tampone.
Il libro di Clara Scropetta!
Sono alle prime armi con i forum, scusatemi!!!! Pensavo di scrivere a lei…
Grazie Lucia, gentilissima!
Invece tea tree e semi di pompelmo? Qualcuna sa aiutarmi?
Grazie Clara Scropetta per questo bellissimo e interessantissimo intervento!
Non sapevo che l’80% delle difese immunitarie dipenda da quei primi,preziosi, momenti!
Nel mio caso si Clara, e’ stata confermata. L’ora post nascita di cui parli e della quale conosco e condivido l’importanza e’ stata rispettata. L’unico intervento sicuramente poco cauto (nonché inutile) e’ stata l’amnioressi avvenuta un’ora circa prima dell’espulsione. Sarei interessata comunque a leggere gli studi sia sull’aglio che sulla clorexidina usata a livello topico in travaglio su donne positive, se mi dai qualche dritta x reperirli te ne sarei grata. Per riportare la discussione però al tema iniziale (che non è come trattare una donna positiva) vorrei capire quale è secondo te la soluzione: non fare il tampone e trattare tutti i parti con clorexidina? Fare una sorta di “prevenzione” con aglio (ma c’è un solo studio.,,) e poi un bel segno della croce? O fare comunque tampone e poi se positivo optare x questi tentativi più “soft” salvo magari ripetere poi il tampone? Perché tutto il discorso sulla non medicalizzazione e’ giustissimo, e ti ripeto lo condivido e sono arrabbiatissima per il fatto che nel 90% degli ospedali siano solo parole e che una se non tira fuori denti e unghie possa solo scegliere di stare a casa (x molte e’ esattamente quello che vogliono e ok, ma x chi vorrebbe l’ospedale in una condizione decente? Senza dover aver paura?), ma resta il fatto che tra i nati che poi hanno sepsi da streptococco B c’è una mortalità del 4% che è cmq alta. Come si affronta quindi secondo te questo?
cara sara
scrivo velocemente poco prima di partire per…il mare! sì, nel caso di tuo figlio è stato tutto corretto..a parete l’amnioressi!! come l’esperienza mi mostra, quando non si interviene, ci sono meno complicazioni da “rimediare”. e sì, reputo che l’osservazione del neonato e l’intervento tempestivo siano la cosa migliore da farsi assieme a una profilassi in caso di rischio/timore/positività. sì la profilassi con aglio e/o clorexina topica è ottima. credo che sia importante evitare/limitare l’esposizione agli antibiotici nel periodo perinatale.
meno male che hai trovato una buona assistenza nel tuo caso, dopo che tuo figlio ha manifestato sintomi gravi. tuttavia credo che con una politica più rispettosa della fisiologia durante il parto tutto ciò sarebbe stato forse evitabile.
ora non riesco a fare copia incolla per gli articoli, uno di essi è lancet 1992 primo autore burman. un altro è perfino italiano facchinetti primo autore, 2002, j mater foetal neonatal med
grazie se mi puoi indirizzare a chi ha statistiche recenti su incidenza e morbidità/mortalità, mi interessa molto
mi puoi anche contattare personalmente clara_scropetta@hotmail.com
e mi dispiace per i bambini che devono soffrire o perfino morire. credo tuttavia che sarebbe importante vedere cosa succede quando le condizioni offerte durante il travaglio e la nascita fossero diverse
un caro saluto
clara
Clara, grazie mille per il tuo intervento, è davvero interessante, inutile dire che sono d’accordo con te su tutto!
Non ho capito se quando parli di profilassi in caso di rischio-timore-positività intendi antibiotica. Immagino e spero di si. E non perché io sia fan degli antibiotici, questo vorrei sottolinarlo. Non mi e’ chiaro se in definitiva approvi o meno il discorso del fare il tampone alle gravide di prassi, al di la’ della terapia. Condivido in assoluto tutto ciò che dici sulle prassi del parto, la penso esattamente come te e sono ancora parecchio imbestialita x quell’inutile amnioressi, fossi stata più informata non l’avrei permessa. La % che ti ho citato mi è stata detta dall’allora primario dell’utin del Miulli. Ora il primario e’ un altro ma credo che telefonando siano disponibili a fornire dati.
Ops mi è partito l’invio. Volevo concludere dicendo che un parto umanizzato e demedicalizzato dovrebbe essere la prassi ma credo anche che molte donne, soprattutto qui al sud, non siano pronte x questo. Ed e’ una constatazione che faccio con amarezza. Io che sono andata x tre volte a partorire a poi di 100 km di casa x garantirmi un parto attivo, umanizzato etc vengo vista come una mezza svitata, detto chiaro e tondo. Di questa ultima figlia poi ho firmato le dimissioni precoci a 4 ore dal parto e questa cosa mi è costata non poche critiche. E non da anziani etc ma da mie coetanee, mamme. C’è ancora troppo la cultura del “mio ginecologo”, purtroppo. Ciao e grazie x i rif.
ciao a tutte, domani scade la data presunta del parto e mi sta venendo l’ansia…
ho già un’altra figlia, 4 anni fa:
ero positiva allo streptococco (ma senza sintomi) e la ginecologa mi ha segnato cubitale ed evidenziato in giallo sulla cartella che “dovevo essere trattata con l’antibiotico” al momento del parto.
finchè ha preso il mio latte (2 anni e mezzo) non ha mai avuto problemi di salute, a parte qualche raffreddore, e in quasi 5 anni non ha mai avuto bisogno di prendere farmaci, a parte un collirio due mesi fa.
mi spiegate in due parole quali danni ha avuto mia figlia a causa del trattamento antibiotico al momento del parto?
la nuova ginecologa (ho cambiato casa) mi ha detto che “siccome ero positiva 5 anni fa allo streptococco, vado di nuovo trattata anche a questo parto” (senza neanche fare il tampone).
Cosa dovrei fare?
Visto che potrei partorire a giorni (spero che non mi debbano anche indurre il parto…) cosa mi consigliate di fare?
rifiutare il trattamento antibiotico?
c’è la vocina nella mia testa che dice “la prima volta è andato tutto bene, e se questa volta ti rifiuti e va tutto storto?”
Alla prima domanda rispondo: x me nessuno.
La seconda e’ più complicata invece. Nel senso: io sono x fare il tampone, non vuol dir niente che hai già avuto una positività. E certo non può essere la pregressa positività motivo di fare profilassi antibiotica, anche se so bene che lo fanno (ci han provato pure con me ma io ho preteso di fare i tamponi, entrambi negativi, e quindi mi son rifiutata di ricevere antibiotico in travaglio). Non sei proprio in tempo a fare un tampone? Questa induzione a cosa sarebbe dovuta? Perché vedi il discorso e’ un po’ quello che faceva Clara, se una e’ positiva e “smanettano” (nel senso di medicalizzare con rotture acque, visite inutili etc) e’ un po’ come svegliare il can che dorme…
dunque, ho avuto una visita stamattina, ne ho un’altra dopodomani, e un’altra ancora due giorni dopo
(presso lo studio della ginecologa, ma non visitata da lei -con ecografia ecc-, ma solo dall’ostetrica:
mi rilevano il battito cardiaco della bambina e le contrazioni per 20 minuti, mi testano pressione e urina, e mi sentono la situazione del collo dell’utero (è da un mese che sono a 1 cm, “molto morbido” e riescono a toccare la testa con un dito)
la gravidanza -come la precedente- non ha nessun problema.
da un mese mi stanno facendo agopuntura, assumo tè di lamponi, olio di enotera, mi alleno con l’epi-no per evitare lacerazioni (come è avvenuto purtroppo durante il primo parto..), omeopatia-
quindi direi che sono abbastanza ben disposti verso le medicine alternative ecc
dalla settimana prossima (41 sett.) se non ho avuto un parto spontaneo, devo proseguire le visite presso l’ospedale dove partorirò, e dove mi diranno se eventualmente sia il caso di indurre il travaglio (immagino comincino con lo scollamento delle membrane)
potrei chiedere alla mia ginecologa, dopodomani, se è possibile fare un tampone al volo.. e poi la settimana prossima (o al momento del parto) sentire in ospedale cosa ne pensano riguardo evitare l’antibiotico?
non mi è chiaro quali rischi effettivi comporta la somministrazione dell’antibiotico, soppesandoli alla certezza che mia figlia non sarà contagiata dal batterio
(scusate la poca precisione dei termini tecnici ma vivo in germania)
Ps se vai a fartelo domani mattina secondo me ce la fai ad avere l’esito facendo presente l’urgenza. Tanto se finisci le 40 domani anche ammesso e non concesso che serva un’induzione non credo sia prima di una settimana piena, anche di più
ok, provo a chiedere-
credo anche io che ce la possano fare, perchè hanno il laboratorio che è un tutt’uno con l’ambulatorio…
grazie mille!
Secondo me non troverai nessun medico in ospedale che in assenza di tampone e con un tampone positivo pregresso ti dica “si tranquilla non la faccia la profilassi”. Io andrei di corsa a farlo domani, bypasserei anche la ginecologa perché tanto è chiaro il suo pensiero (sennò ti avrebbe fatto fare il tampone). Tanto stai serena che anche se dovesse esser negativo lei ti dirà che la profilassi e’ meglio farla e qualora tu non la voglia sarai tu a doverti assumere la responsabilità. I danni…se non hai lo streptococco e fai l’antibiotico stai facendo un antibiotico inutile e personalmente la reputo una cosa assurda (iniziare la vita con un antibiotico inutile che influisce negativamente sul sistema immunitario non è il massimo x me), se ce l’hai, non lo sai, rifiuti l’antibiotico e a tuo figlio viene una sepsi da streptococco….beh non è bello, fidati sulla parola (c’è una certa % di mortalità e comunque anche x chi ne esce vivo non è piacevole perché lo streptococco colpisce i polmoni, meninge etc. Ne esci, piu o meno bene se non sei nella % che non sopravvive, ma nel frattempo son cavoli molto amari)…detto questo rinnovo il mio consiglio: vai a farti il tampone. E magari nel frattempo usa della clorexidina che male non fa e se sei positiva aiuta. Chiedi in farmacia io ho usato delle lavande e degli ovuli ma non ricordo il nome, neoxene forse…o qualcosa del genere
io nella mia profonda ignoranza, non capisco una cosa, e scusate se sono molto indecisa e molto dubbiosa (gli ormoni preparto??):
se io sono negativa, mia figlia è negativa, ma poi tanto è possibile prendere lo streptococco dalle mani delle ostetriche (come scritto nel post di apertura)…
allora non è meglio fare questo trattamento con l’antibiotico, e stare tranquille?
leggo che prima che si diffondesse questa prassi, l’infezione da streptococco era la principale causa di decesso neonatale.
la mia prima figlia è “nata con l’antibiotico”: mi pare che non abbia avuto alcun deficit al sistema immunitario (mai preso medicine in 4,5 anni di vita!)
forse il gioco “vale” la candela: avrei la certezza di proteggere mia figlia da quello che pare un rischio magari poco frequente in termini percentuali, ma che se ti tocca poi sono cavoli amari.
Grazie per la pazienza
Non è così frequente infettarsi con lo streptococco beta emolitico dalle mani di un’ostetrica, chechene dicano!!!! È molto più facile prenderlo da una madre positiva. Con la prima figlia sei stata fortunata, perché partire con un antibiotico non è proprio il massimo. Se si può evitare meglio. E certo va condannato l’uso dell’antibiotico come “prevenzione”. Anche xche secondo questa logica (lo proteggo perché magari lo prende in ospedale) uno dovrebbe stare sotto antibiotici a vita (lo può prendere dalla vicina di casa come dal l’ostetrica, anzi, e’ più a rischio con la vicina se vogliamo!!!). Quindi la cosa più saggia e’ a mio parere farlo se serve, se c’è la positività della madre. Come considero semplicemente folle rifiutare i tamponi e affidarsi alla benevolenza divina (magari nel frattempo usando un po’ di aglio) considero altrettanto folle fare terapie del genere a fronte di niente. Personalmente sono per il tampone seguito da un bell’incrocio di dita. Se è negativo l’incrociata ha funzionato e si stappa una bottiglia di prosecco, se è positivo anche se a malincuore si fa la profilassi in travaglio x proteggere il bambino. Io, personalmente, non vedo altre strade. Poi certo, si può fare un “mix”, per esempio io ho fatto il tampone ed era negativo e per tenermela linda che più linda si muore ho fatto clorexidina a cicli fino al parto, però se lo avessi avuto positivo non avrei avuto dubbi su cosa fare. Sarà che quando non ci si è passati da certi cavoli (x non dire una parolaccia) e’ facile parlare. Poi quando ti ritrovi a battezzare un cucciolo di tre giorni perché i medici ti hanno detto che probabilmente non arriverà a sera ti passa la voglia di essere superficiale su certe cose affidandoti ai numeri di Ina may gaskin, gran donna peraltro.
Tati, io credo che fare comunque l’antibiotico non abbia senso, ha senso, se vuoi, se sei positiva, ma fare un antibiotico gratis senza motivo io lo considero uno scrupolo che nella migliore delle ipotesi non fa danno, ma in altri casi può portare conseguenze, come ha scritto sopra Clara. Fai un tampone, se riesci, e comunque cerca di ottenere che il tuo bimbo sia valutato nei ritmi giorni di vita, per essere più tranquilla. La tua prima bimba no ha avuto problemi, meglio così, forse è una bimba forte, ma non tutti siamo uguali, e fare antibiotici quando non ce n’è bisogno secondo me può essere rischioso.
Cara tati
Se riesci vivi serena questi ultimi giorni lascia stare visite ed esami…goditi la vita con i tuoi cari, assapora le tue sensazioni e poi quando arriva il momento non precipitasti, vai con calma….:)))) i miei migliori auguri e complimenti per l’allattamento….Clara
Ho letto i vostri post ma non trovo accenni a quali siano i sintomi provocati da infezione da streptococco alla nascita…
Ho partorito a luglio, parto naturale, tampone negativo…arianna non ha alcun sintomo evidente…
Dopo 3 mesi e mezzo una febbre improvvisa, inappetenza e siamo state ricoverate x approfondimenti…
Risultato: emocoltura positiva a streptococco B.
Cura antibiotica immediata. Arianna ha fortunatamente reagito immediatamente e ora sembra essere tutto risolto…
Ma come e’ possibile che abbia sviluppato l’infezione a distanza di 3 mesi dalla nascita?????
Ciao Tamara, io non so risponderti! Ci vorrebbe un’ostetrica in linea… Magari ha un’incubazione così lunga, o magari non ha contratto lo streptococco in ospedale alla nascita…