Vizi e capricci…

Sto leggendo, nei pochissimi momenti liberi che ho, il libro di Alessandra Bortolotti “E se poi prende il vizio?”, che porta questo titolo ironico… E da lì mi è venuto in mente di scrivere qualcosa su questo argomento, perché penso che sia sempre molto attuale… Secondo me, i vizi sono degli adulti e i capricci non esistono. Queste due parole, invece, sono sempre riferite ai bambini. Chissà perché? Perché forse non sanno spiegare bene alcuni dei loro bisogni, o le loro esigenze in quel momento, o anche quando lo fanno, queste richieste non collimano con la disponibilità dei genitori o di chi si cura di loro… Ed ecco che le richieste e le espressioni di bisogni diventano capricci, o appunto vizi…

I vizi quali sarebbero? Quello di essere preso in braccio, di essere allattato a richiesta, di dormire con la mamma e il papà, di essere portato invece che stare nel passeggino… Insomma, tutte le prime necessità di un neonato, e del bambino più avanti… perché mica basta assecondare il neonato di un mese in queste cose, loro ce lo chiedono molto più a lungo! Però, già dopo pochi giorni che il bambino è con noi, diventa “furbo” se piange appena viene adagiato nella sua bellissima e costosissima culletta, o se richiede di essere allattato prima che siano trascorse le fatidiche 3 ore dei manuali di puericultura, o se si addormenta beato nella braccia di mamma e protesta quando si sveglia e non si trova più lì… Di solito sono i nonni che iniziano a dire che quel bimbetto prenderà questi spaventosi vizi, e le mamme rimangono spaventate da queste profezie… Ma se ascoltassero il loro cuore, saprebbero che questi non sono assolutamente vizi, ma appunto esigenze di sopravvivenza per i nostri cuccioli! E se dessimo retta per prima cosa al nostro istinto e a ciò che ci sembra giusto, senza tenere conto delle interferenze delle altre persone, faremmo tutte queste cose che ci chiedono i nostri piccoli, semplicemente perché sono le cose giuste da fare! Parlo di “cuccioli” apposta, per ricordare, come fa Gonzales nel suo bellissimo “Besame mucho”, che i nostri bimbi sono ancora “preistorici”, ossia non sanno che sono al sicuro anche nelle loro cullette, che sopravviveranno anche se la mamma non la sentono lì accanto, perché non ci troviamo più nelle foreste o in qualsiasi altro posto dove le belve feroci possono arrivare da un momento all’altro… Questo no, ma non riesco neanche ad affermare con certezza che quindi le loro “paure”, se così vogliamo chiamarle, sono assurde… Siamo davvero certi che se la mamma non dorme lì accanto i piccoli sono davvero sicuri come quando la mamma c’è? Siamo sicuri che con la mamma un po’ più lontana, nessuno può portarli via? A pensarci bene, i nostri bambini sono ben più saggi di noi, perché non è proprio la stessa cosa, per esempio, essere alla mercé di tutti in una carrozzina, o essere stretti e ben protetti nella fascia, a contatto col cuore di mamma… Lì non arrivano sguardi e mani di estranei, lì no davvero!

I capricci, invece, sono intesi come le manifestazioni incomprensibili che talvolta i bambini mettono in atto… Incomprensibili oppure che richiedono all’adulto di fare qualcosa che non vuole fare… E quindi sono capricci di quel bambino… In questa parola sono racchiusi tanti di quei comportamenti che è difficile specificare, ma diciamo che viene usato questo termine molo spesso, ogniqualvolta il bambino non va incontro a ciò che si aspetta l’adulto… Il bambino fa capricci quando si mette a piangere per non fare una cosa, per fare una cosa, per avere degli oggetti, un cibo proibito, quando protesta perché non vuole andare a dormire, quando non vuole accontentare delle richieste dei genitori… Mia figlia non fa mai i capricci. Questa affermazione la faccio senza alcun dubbio, semplicemente perché non credo che questa parola possa essere usata per i bambini. Quindi non crediate che mia figlia non faccia tutte queste cose che ho appena elencato, perché al contrario, come tutti i bambini, anche noi ci cadiamo spesso! La differenza è che io non riesco a pensarli come capricci, cambia il punto di vista insomma… pensarli come capricci significa pensare “Mia figlia si sta comportando così per farmi un dispetto, per complicarmi la vita, solo perché è cattiva/furba/manipolatrice e non ha ragioni valide per farlo, quindi devo liquidare la cosa dall’alto in basso, perché dietro non c’è nessun senso da capire”. Se invece si cambia il punto di vista, e si pensa che tutti i comportamenti dei nostri bambini hanno un significato ben preciso, hanno un senso, e anche se noi non lo capiamo loro vogliono dirci qualcosa, beh le cose cambiano… Non credete? Quello che ho imparato finora è che i bambini sono bravissimi a comunicare, fin da piccolissimi, e purtroppo siamo noi che spesso non vogliamo/possiam capire… Mica perché siamo cattivi, ma a volte per stanchezza, a volte per altri pensieri che abbiamo in testa, e per mille altri motivi anche molto validi… Ma i nostri bimbi sono lì che ci stanno dicendo che hanno bisogno di noi, che sono stanchi, che hanno voglia della nostra completa attenzione, che si sentono messi da parte anche solo perché abbiamo fatto 3 telefonate, che vorrebbero qualcosa e non sanno come chiederlo… Se ci poniamo in atteggiamento di ascolto, togliendoci dalla mente che quelli sono capricci, riusciremo sempre più facilmente a capire che cosa ci sta comunicando il nostro bambino, di che cosa ha bisogno, e soprattutto cosa possiamo fare noi… Certo, ci sono occasioni in cui il pensare può venire solo dopo, magari quando c’è un pericolo e la prima reazione deve essere quella di mettere in salvo il piccolo… Ma dopo si deve poter capire che cosa voleva dirci nostro figlio, perché un senso c’è sempre, anche quando non riusciamo a capirlo…

Essere genitori significa mettersi continuamente in gioco, in discussione, e anche se non siamo sempre disponibili a farlo immediatamente, dobbiamo ai nostri figlia questa onestà… E’ troppo facile liquidare i comportamenti “sgradevoli” come capricci, e non aiuta affatto al miglioramento della situazione… perché a comunicazioni non accolte ne seguiranno altre dello stesso tipo, innescando un circolo vizioso in cui il bambino si sentirà sempre più incompreso e il genitore sempre più deluso. Invece, dando significato e cercandolo insieme al bambino quando non è immediatamente comprensibile, aiuterà il bambino ad esprimersi sempre meglio, senza bisogno di scenate, e l’adulto a cercare di cogliere prima le manifestazioni di disagio del bimbo, e agli “avvertimenti”… e ne guadagnerà tutta la famiglia in serenità!

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6 comments on “Vizi e capricci…
  1. Lisa ha detto:

    Ciao Lucia,da quanto sono incinta (18 settimane domani :)) ho iniziato a leggere con molto interesse il tuo blog.
    Vi sono tante tematiche che mi interessano, e tante che, ad essere sincera, mi laciano perplessa, vuoi per vecchie e radicate convizioni, come l’allattamento dopo il primo anno o il co-sleeping. Sono invece certamente d’accordo sull’importanza dell’affetto, del contatto, del rispettare i tempi dei piccoli, e dell’allattamento nei primi mesi di vita. Il punto e’, sia io che mio marito siamo “emigrati” e non abbiamo famigliari o amici stretti. Io dovro’ tornare al lvoro dopo 6 mesi, o 9 se riesco. Avro’ quindi bisogno che il piccolo (o piccola?) si abitui a quelli che sono i ritmi di una vita adulta…e che mi lasci cucinare e fare i lavori di casa, perche’ non posso certo permettermi aiuti vari…come faccio a conciliare queste esgenze con l’approccio che hai scelto tu? Hai qualche lettura in particolare da consigliarmi per fare luce, tra le tante che hai qui – e che non riusciro’ a leggere tutte prima del parto lol. scusa ma sono pieni di dubbi,e grazie per il tuo blog, davvero ricco e interessante

    • Lucia ha detto:

      Ciao Lisa, grazie di avermi scritto! Mi fa piacere che tu voglia discutere delle cose che poco ti convincono, mi piace! Se concordi già sull’importanza di contatto, affetto e sull’iniziare l’allattamento, sei già a buon punto. Il fatto è che, come ti potranno dire tante mamme diverse, quando ci immaginiamo mamme siamo molto influenzate dalla cultura dominante, dalle nostre aspettative, da quello che vediamo in tv anche… e quindi tutto ciò che si discosta da questo modello predominante sembra “strano” e bizzarro, e non riusciamo ad immaginarci in situazioni diverse. Ti sembrerà strano, ma quando ancora non avevo partorito pensavo che la cosa migliore per un neonato fosse dormire nel suo lettino, nella sua cameretta, poi è bastato sentire una consulente LLL che diceva che per riuscire a sopravvivere allattando di notte era molto di aiuto il dormire insieme, e non mi è sembrata un’idea assurda… Quando è nata la mia prima bimba, un uragano mi ha investito, non si riesce a spiegare a parole quello che succede nel cuore di una madre, il bellissimo caos che si crea… Abbiamo avuto qualche difficoltà iniziale per cui non riuscivo ad allattare, e anche dopo qualche settimana non riuscivo ad allattare sdraiata, quindi ho iniziato a dormire insieme nel lettone, e ad allattare da sdraiata, solo dopo circa un mese… E lì ho capito davvero cosa intendeva la mia consulente LLL! Poi, quando tutto ha iniziato ad andare meglio, ho capito che era naturale e normale, giusto per noi come lo è per la stragrande maggioranza delle mamme, dormire con la mia piccola. Ti ho raccontato questo per dirti che non devi per forza essere convinta ora di tutto, quando nascerà il tuo piccolo (e hai ancora diverse settimane) vedrai cosa ti senti di fare. Potrai anche sbagliare, anzi mi spingo più in là, sicuramente farai degli errori come facciamo tutte, ma farà parte della vostra storia, della vostra crescita, e delle trasformazioni che avverranno in te. Magari farai scelte diverse da quelle di cui parlo nel mio blog, ma io credo che l’importante sia conoscere le diverse possibilità, prenderle in considerazione anche se sembrano bizzarre, e poi fare le scelte che fanno stare meglio i nostri bambini e noi. Teniamo conto che i nostri piccoli, in quanto mammiferi, si aspettano da noi mamme e genitori un certo tipo di accudimento, proprio come gli altri mammiferi, quindi nella maggioranza dei casi protesteranno vivacemente se la nostra modalità di accudimento si discosta troppo dalla loro idea 😉 Sono molto competenti, e sanno farci capire bene quello di cui hanno bisogno, basta mettersi in ascolto!
      Posso farti anche un altro esempio per quanto riguarda l’allattamento… Prima di rimanere incinta, ma forse anche prima di partorire, sapevo benissimo quanto tenevo ad allattare, ma non mi ero posta limiti. Sono però sicura del fatto che se mi avessero detto “Tu allatterai la tua prima bimba più di 3 anni, allatterai tutta la tua seconda gravidanza, e per 7 mesi allatterai la tua secondogenita insieme alla primogenita” avrei detto che erano tutti matti! Ma matti veramente! Quando poi ho avuto quelle difficoltà iniziali, ho capito veramente quanto significava per me, e ricordo ancora con commozione la gioia di essere arrivata ai primi 6 mesi di allattamento… Dopo il parto credevo che non sarei arrivata a 6 giorni, altroché! E poi semplicemente non ho più pensato, ma sono andata avanti giorno per giorno, secondo le necessità e le richieste della mia bimba, e anche le mia naturalmente.
      Per quanto riguarda la tua situazione, direi che so cosa vuol dire. Anche io abito lontano da entrambe le nostre famiglie, e quindi ho cresciuto entrambe le mie bimbe da sola. Gli amici lavoravano, i nonni venivano a trovarci ogni tanto ma non potevano aiutarmi concretamente. Cosa ho fatto? Per la nascita della mia prima bimba mi sono organizzata, per le prime settimane o mesi, con l’aiuto di una doula, che veniva due mattine a settimana, non di più. E già è servito! Per la seconda, io e mio marito abbiamo deciso per un aiuto in casa per le pulizie, una volta alla settimana. Mio marito lavorava e io mi occupavo delle bimbe. Tieni conto che io non lavoravo, quindi non avevo alcuno stipendio, e mio marito aveva iniziato da poco la libera professione. Quindi quei 20 euro per le pulizie sostituivano una eventuale pizza alla settimana. Niente di più!
      Quelle che descrivi solo le esigenze di tutte le mamme, figuriamoci chi ha già uno o più figli grandi! E ti assicuro che con un pochino di pazienza, di elasticità (parola chiave!!) e fiducia, tutto si fa. Ho sempre cucinato per me e mio marito, a volte lo faceva lui, ma eravamo soli e non siamo mai rimasti senza cena 😉 Una cosa che puoi fare è organizzarti per tempo, cucinando e congelando diverse cose da scongelare semplicemente, per i primi tempi dopo che sarà nato il piccolo. Così, nel caso, con una mano sola tiri fuori dal freezer e metti in forno! Poi, secondo aiuto per me irrinunciabile, la fascia! Ma per la fascia ti rimando ad altri articoli, che magari hai già letto…
      Quello che scrivi, e cioè del bisogno che il bambino si adatti alle esigenze della vita adulta, non è fattibile semplicemente perché la Natura prevede che noi facciamo dei piccoli quando siamo disponibili e in grado di provvedere loro, non sono loro a doversi adattare a noi, ma noi a loro. Poi, viene da sé che col tempo le cose cambino, e i nostri bimbi sanno essere molto più elastici di quanto lo siamo noi! Quindi il consiglio che ti do, con il cuore, è quello di vivere quei primi mesi nel modo migliore che puoi, senza pretese assurde o esagerate né nei tuoi confronti, né nei confronti della tua creatura… e strada facendo vedrete e saprete cosa fare… Come lettura, ti consiglio prima di tutto “Besame mucho”, irrinunciabile!

  2. Lisa ha detto:

    Grazie di cuore Lucia, le tue parole mi hanno aiutato e confortato moltissimo. Non volevo naturalmente dare a intendere che la mia situazione sia piu’ difficile di quelle di tante altre, solo che – sara’ che vivo in Irlanda, dove molte famiglie sono davvero numerose e tutti sembrano avere qualche famigliare a portata di mano! – sono proprio spaventata dall’idea di non farcela aincastrare tutto, visto che gia’ sono un disastro in quanto a multitasking e rispetto dei tempi 🙂 Ma hai davvero ragione, bisogna che impari a prendere un giorno alla volta e a capire quello che e’ meglio per me e per la mia famiglia.
    Grazie ancora per la semplicita’, naturalezza e modestia con cui condividi le tue esperienze piu’ preziose, e’ di grandissimo aiuto per me e sono certa per tantissime altre mamme, presenti e future 🙂
    un abbraccio virtuale (oddio come sono ormonale! ma almeno ho una buona scusa!)l continuero’ a seguirti, ma prima vado ad ordinare il libro!

    • Lucia ha detto:

      Grazie a te, davvero, mi fa davvero piacere quello che dici. Ci vuole davvero pazienza, spesso i bimbi ci portano a cambiare molte delle nostre abitudini, e per forza di cose si diventa delle ottime organizzatrici! Capisco che essendo proprio fuori Italia sembri ancora tutto più difficile, in effetti anche solo il pensiero di essere raggiungibili da qualche familiare può già rendere più tranquilli, ma da quello che scrivi sento che sarai una buona mamma, proprio perché ti fai tante domande!
      Magari il tuo bimbo ti farà diventare un orologio svizzero, chi lo sa 😉
      Mi raccomando se hai altri dubbi o domande chiedi pure, e poi facci sapere come va! 🙂

  3. Lucia ha detto:

    Sono sicurissima che il libro ti piacerà!!!

  4. Lisa ha detto:

    Grazie ancora, non vedo l’ora che arrivi, ti faro’ sapere 🙂 Un abbraccio

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